di Stefano Vinti

 

PERUGIA - Sulla vertenza AST-TK, si è registrato un primo, seppur parziale, risultato positivo. Il fatto che sia stata accantonata la mobilità per 556 lavoratori, ed esclusa ogni altra iniziativa unilaterale della multinazionale tedesca, è un risultato che va nella direzione giusta: il piano Thyssen è stato accantonato.

Ora deve prendere il via la trattativa vera, cioè un piano di sviluppo e consolidamento dell’AST, attraverso un piano industriale credibile che salvaguardi i livelli occupazionali.

Una trattativa che deve vedere protagonista anche l’Europa, in quanto il Piano europeo della siderurgia, parla della produzione di acciaio in Italia, e se il nostro Paese intende restare un paese industriale, non può prescindere dalla produzione dell’acciaio di Terni.

Quindi, una vertenza, che per i suoi caratteri assume una valenza nazionale, in cui il governo non deve limitare i danni ma rilanciare, con capacità progettuale e mettendo sul piatto della trattativa risorse significative.

La trattativa riprenderà lunedì 8 settembre, e fin da quella data occorre che le Istituzioni regionali e cittadine, la società umbra nel suo insieme, faccia sentire, con forza, a tutti i protagonisti, che è inaccettabile ogni ipotesi di ridimensionamento delle acciaierie di Terni.

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