Leggiamo con piacere in un articolo apparso sulle pagine della testata di approfondimento giornalistico di Marco Mariuccini, che, con molta probabilità, la partita Sporting Terni – Perugia potrebbe giocarsi al Liberati, a porte aperte.

La notizia, data correttamente solo per ufficiosa, ma attribuita ad una fonte attendibile, ci fa immenso piacere, come immaginiamo lo faccia ai tanti tifosi perugini che avevano in programma di seguire la squadra in questa ennesima trasferta in terra umbra. Quindi, mercoledì 9 febbraio, data fissata per l'incontro contro lo Sporting, se non ci saranno ripensamenti da parte di Prefetti, Questori o Organi preposti, le tifoserie di entrambe le squadre potranno liberamente assistere a questo evento sportivo, senza restrizioni di sorta, come è giusto che avvenga in ogni Paese civile che si rispetti, nel quale tutti i cittadini dovrebbero godere degli stessi diritti (leggi ad personam e scudi più o meno istituzionali, a parte).

Ci chiediamo, ancora una volta purtroppo inutilmente, se nel formulare la composizione dei gironi, o nel prendere certi provvedimenti in palese contrasto con le norme del diritto, a nostro modesto avviso, le "teste pensanti" abbiano tenuto presenti alcuni elementi, diremmo tutt'altro che irrilevanti, quali, tanto per citare, la rivalità (sportiva) esistente tra tifoserie, il campanilismo stracittadino ed il poco trascurabile fatto che Perugia non è un piccolo ridente borgo di periferia, un paesello tipo "Rio Bo", o una piccola cittadina popolata da qualche migliaio di anime, dove il calcio è seguito da pochi affezionati i quali a malapena occupano il terrapieno antistante il campo sportivo, adibito a curva, o le uniche gradinate esistenti da spartirsi con la manciata di tifosi avversari.

Come è possibile inserire in uno stesso girone certe squadre che poi, invocando da parte delle Autorità motivi di ordine pubblico, sono costrette a giocare le partite in "stadi", già desertificati per altre cause, al cospetto, magari, della sola tifoseria di casa? Il tutto, a nostro avviso, in barba ad ogni principio di spirito e di logica, sportivi.

È possibile creare i presupposti per tanti "derby" regionali o "stracittadine", come ama definirle Ettore Bertolini, un po' nostalgicamente affezionato all'autarchia linguistica, per poi vietarne il godimento a parte dei tifosi?

Reputiamo fondamentale, oltretutto, che nell'assumere certe decisioni non andrebbe ignorato il comportamento corretto tenuto dai tifosi del Grifo in ogni trasferta effettuata fin qui, e che il Popolo del Grifo, nonostante le vicende da tragicomica commedia fantozziana a cui, suo malgrado, ha dovuto assistere in questi anni, non si è mai lasciato andare a manifestazioni di inciviltà e barbarie, e che nessuno, tra i dirigenti avversari, si è dovuto mai lamentare del comportamento dei tifosi perugini, manifestando anzi, in più di un'occasione, un sincero apprezzamento per la correttezza ed il rispetto mostrati dagli stessi nei confronti di tutto e tutti, apprezzamento esteso tra l'altro anche agli incassi realizzati nell'occasione.

Già che ci siamo, perché non vietare ai lavoratori di andare in ferie? Così eviteremmo le file sulle strade, gli incidenti, il pericolo di disgrazie al mare o in montagna, ridurremmo le emissioni di CO2, con relativo inquinamento e risparmieremmo sul consumo di carburante.

Vietando si sceglie sempre la strada più breve per risolvere un problema: lo si rimuove! Un saluto.

MC www.forzaperugia.it
 

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