“Sport e Scuola – Convivenza - Limiti e Risorse” è il titolo del convegno che si è tenuto questa mattina nella sala del Consiglio della Provincia di Perugia. Con la convinzione che esista un equilibrio tra l’attività sportiva e quella scolastica, sono state analizzate le diverse dinamiche, i limiti, le opportunità per riuscire ad approdare ad una più facile gestione dei rapporti con gli atleti.

All’iniziativa, che si inserisce nel cartellone della quattro giorni del Memorial “Renato Curi”, hanno partecipato: Donatella Porzi assessore alla cultura della Provincia di Perugia, Caterina Piernera responsabile Ufficio Scolastico della Provincia di Perugia, Margherita Castelli docente della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, Flavia Baldassarri docente di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Perugia, Aldo Bertelle sociologo e direttore della Comunità “Villa San Francesco Facen di Pedavena” di Feltre (Belluno). Ha moderato l’incontro il direttore generale dell’AC Perugia calcio Luigi Agnolin. Presenti anche le otto squadre partecipanti al IV Memorial “Renato Curi” e Sabrina Curi.

Ad aprire il convegno, dopo il saluto del presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, è stata Donatella Porzi assessore alla cultura provinciale che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa e che la convivenza tra l’attività sportiva e scolastica è possibile. “Partendo dal presupposto che il sapere genera libertà, sport e scuola possono e devono convivere – ha affermato l’assessore Porzi -. E tale convivenza è possibile solo crescendo senza perdere di vista la consapevolezza di formarsi e dedicandosi allo sport”.

Dello stesso avviso anche la responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale Caterina Piernera, che ha analizzato la struttura della scuola, “di sicuro uno dei presupposti da cui partire per poter collaborare e che oggi gode di maggiore autonomia nei programmi scolastici”. “Costruire processi formativi per tutti gli studenti – ha spiegato Caterina Piernera - è l’obiettivo principale della scuola, in cui lo sport, come espressione dei giovani, possa essere una risorsa e non un limite”.

Aldo Bertelle sociologo e direttore della Comunità “Villa San Francesco Facen di Pedavena” ha poi posto l’accento su un calcio “diverso”, dove lo sport diventa metafora della vita. Un calcio fatto di tante storie, ricco di sensibilità, di passione, in cui si hanno diritti ma anche doveri: è questo il monito che ha lanciato agli atleti delle otto squadre presenti in sala.

“Lo sport è senz’altro considerabile come fenomeno culturale – ha poi osservato Margherita Castelli docente della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia -, in quanto rituale e rito, rappresenta un evento, è la nostra vita”.

Dunque, sport come sapere e formazione, come cultura, vita e comunicazione. Quest’ultimo aspetto è stato, infine, analizzato da Flavia Baldassarri docente di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Perugia. “Una buona comunicazione, efficiente ed efficace, - ha spiegato Flavia Baldassarri - è la necessaria condizione per fare sì che le cose succedano. In particolare, un buon contesto formativo, sia esso scolastico che sportivo, non può e non deve prescindere dalla cura delle forme di comunicazione che impiega. Questo consentirebbe al mondo della calcio, al mondo della scuola e della formazione in genere – ha concluso la docente di Scienze della Comunicazione – di fare un salto di qualità su più livelli. Sul piano interno, perché agevola l’acquisizione dei valori e sul piano esterno, perché migliorerebbe la percezione che la gente ha di questo universo, tifosi e non tifosi, giornalisti e media”.
 

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