Da questa mattina anche a Gualdo Tadino riparte la farsa degli indovinelli delle prove INVALSI, rese quest'anno obbligatorie dal decreto Semplificazioni. Le prove partiranno con la prova preliminare di lettura (decodifica strumentale) della durata di due minuti per la seconda primaria e a seguire si svolgerà la prova di italiano per seconda e quinta primaria. Il 10 maggio toccherà alla prima classe di scuola media cimentarsi con le prove di italiano, matematica e il questionario studente. Il giorno successivo si svolgerà la prova di matematica nelle classi seconda e quinta primaria, mentre il 16 maggio, i test INVALSI (e questionario studente) arriveranno in seconda superiore. Il18 giugno è infine in calendario la prova inserita all'interno dell'esame di terza media.

Siamo più volte intervenuti contro il tentativo che si inseriva nell’improvvisata strategia della tensione da valutazione originariamente concepito dal duo Gelmini/Brunetta che prometteva molto bastone e poca carota per quei fannulloni degli insegnanti. Una strategia non chiara, non scientificamente volta ad una autentica cultura della valutazione, dai tratti fluttuanti e spesso arbitrari, che non escludeva il sospetto di potersi tradurre in considerazioni tipo: tenuto conto degli apprendimenti degli alunni, vi diciamo tra gli insegnanti chi sono i buoni e chi sono i cattivi, in una sommaria valutazione dei docenti, sorda alla considerazione di una serie di variabili, pure importanti.

Questi test richiedono agli alunni competenze che le metodologie didattiche della scuola italiana non prevedono e non favoriscono e produrrebbero di conseguenza risultati non veritieri rispetto agli apprendimenti dei ragazzi, come già ampiamente dimostratosi in questi anni. Il famoso “valore aggiunto”, le condizioni di contesto nelle quali la scuola opera che si riflettono fisiologicamente sul rendimento degli alunni, non vengono considerati. Con questi test vengono ulteriormente sviliti il ruolo e la professionalità degli insegnanti poiché la somministrazione viene effettuata utilizzandoli come semplici impiegati e operatori delegati da INVALSI, senza che alcuna norma contrattuale lo preveda e senza alcun riconoscimento economico per l'attività accessoria.

La valutazione è al contrario una cosa seria: deve necessariamente essere interna al processo di insegnamento/apprendimento e deve essere totalmente condivisa da studenti e insegnanti, come un fatto, un processo e per un esito frutto di corresponsabilità tra sistema nazionale della pubblica istruzione, direzioni scolastiche, struttura dell'unità scolastica, insegnanti, studenti, famiglie e contesto sociale ed istituzionale del territorio. L’insegnante, come professionista, è quello che organizza i tempi e i modi di questa valutazione, ma c’è un pieno coinvolgimento da parte dello studente che è interessato al suo apprendimento. Una valutazione di questo genere dovrebbe stare dentro il piano dell’offerta formativa: sarebbe giusto che la scuola a partire dalla valutazione della sua unità, si ponesse, e li dichiarasse, degli obiettivi da raggiungere e mettesse in campo dei processi per raggiungerli.

La scuola, se ritiene il caso, può dotarsi anche di competenze esterne per supportare la valutazione, ma si tratta di una questione che fa parte del patto che la scuola fa con il territorio di riferimento. In questo caso la valutazione ha uno scopo preciso: migliorare la qualità dell’unità scolastica e contribuire al miglioramento di tutto il sistema della pubblica istruzione. E' una scuola malata quella che fa della valutazione uno sparacchio e diventa moribonda quando addirittura inventa strumenti di valutazione come le prove INVALSI che sono concepiti ed organizzati in maniera tale da escludere e discriminare gli studenti e gli alunni disabili o quelli affetti dai disturbi specifici di apprendimento come la dislessia o la disgrafia, con buona pace di tutti gli sforzi compiuti negli ultimi dieci anni nel nostro territorio da tutte le scuole, dal Comune, dalla ASL e dall'associazionismo.

Le prove INVALSI per come sono organizzate e per gli scopi che si pongono sono la fiera della banalizzazione e della superficialità, non servono ad una valutazione davvero efficace ed utile sia al docente che allo studente, e quindi alla scuola, per capire a che punto si è arrivati e come occorra andare avanti. Con esse si costringe le scuole già pesantemente afflitte dai tagli e dai disinvestimenti suicidi a mettere in campo sforzi organizzativi notevoli e a sottrarre una mesata di tempo scuola prezioso ai compiti didattici e formativi più propri: nel contesto di una scuola italiana sfiancata e ridotta a pezzi sono l'ennesima e più beffarda buffonata che fa letteralmente coincidere chi pretende di valutare la scuola con il suo esecutore testamentario.

In coerenza con un impegno per la difesa ed il rinnovamento della scuola della Repubblica che sul piano politico, nella nostra Città, ci sta contraddistinguendo in maniera purtroppo solitaria, Sinistra per Gualdo invita docenti, studenti e famiglie gualdesi ad inscenare forme diffuse di protesta contro questa buffonata, arrivando finanche al boicottaggio e alla consegna in bianco dei test INVALSI nelle ultime classi degli Istituti superiori. Parimenti, rivolgiamo un invito a docenti, studenti e a tutti i cittadini a segnalare le prove INVALSI per le scuole come uno degli sprechi più inutili dell'apparato statale nel sito istituito dal governo http://www.governo.it/scrivia/RedWeb_Form.htm. Non sono certo letali come gli F 35 e le altre spese per gli armamenti, ma sono sicuramente nocivi per una scuola che di tutto avrebbe bisogno fuorchè di queste barzellette.

A questo fine, nei prossimi giorni (in particolare venerdì 11 maggio e mercoledì 16 maggio) saremo davanti alle scuole di Gualdo con la campagna “LA CORRENTE NON SI MISURA CON IL METRO: NO AI TEST INVALSI” e per rilanciare quella per la Convenzione nazionale per la scuola bene comune: pubblica, capace, accogliente sulla quale abbiamo chiamato a pronunciarsi favorevolmente anche il consiglio comunale della nostra Città, affinchè anche da Gualdo si levi forte la voce a pretesa di una nuova primavera per la pubblica istruzione.

Per la sinistra per Gualdo
Gianluca Graciolini

 

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