di Fosco Taccini

In questa seconda parte di estate abbiamo la possibilità di immergerci negli sport da combattimento grazie a Silvia La Notte, pluricampionessa nota come “Little Devil”. Il suo palmarès è veramente imponente; è campionessa, infatti, in molteplici discipline tra le quali figurano: Muay Thai, K1, Savate, Boxe, Kick-Boxing, Full-Contact e Thai Boxe. Questa performante e agguerrita atleta milanese ha disputato oltre 130 match e attualmente è anche Personal trainer. Pertanto, sguardo determinato e via all’intervista…

Ciao Silvia, come trascorre l'estate una campionessa degli sport da combattimento?

“La mia estate procede veramente in modo piacevole: nuovi incontri, amicizie legate al mio mondo e anche fuori da ambienti che prima non frequentavo. Molte uscite, weekend e vacanze con amici e anche nuove attività per settembre e conferme per collaborazioni solide”.

Svelaci le novità più importanti di questo ultimo periodo che ti riguardano.

“Nell’ultimo anno ho collezionato una serie di stage a cadenza mensile, in giro per l’Italia, da nord a sud (Salerno e Lecce). L’ultimo è stato un camp training nel centro Italia, precisamente Cesenatico. Sono nate ottime collaborazioni con gli organizzatori, e tornerò nei prossimi mesi per continuare il mio lavoro con i giovanissimi e gli agonisti di quei luoghi. Inoltre, una ‘vecchia conoscenza’ mi ha coinvolto nella sua passione per recitare una parte che riguarda la vita delle donne combattenti e ho raccontato parte della mia carriera a lei e al suo drammaturgo”.

Raccontaci un aneddoto particolare di uno dei tuoi tanti incontri.

“Ero in Francia per un match di Muay Thai contro una ragazza emergente, per sostituire un’altra atleta francese che era infortunata. Ho accetto il match il lunedì per il sabato: ero pronta di testa, anche perché considerate le poche occasioni di quel periodo volevo smettere di combattere. Considerai questo match come una mia opportunità di rilancio. Sapevo che l’avversaria era brava, giovane è capace di fare quella disciplina. Mentre io non ero allenata, ma mentalmente ero pronta. Arrivai tardissimo e a digiuno sulla bilancia: ero 800 grammi sopra, e mi dissero che dovevo perderli e ripesarmi la mattina seguente. Mi opposi avvalendomi del fatto che avevo accettato il match il lunedì e perciò o combattevo così o non combattevo. Loro accettarono, e il giorno dopo non ci vennero a prendere in hotel per portarci al palazzetto. Mentre l’organizzatore invece venne a prenderci tranquillamente. Nella scaletta io ero il settimo match, poi all’improvviso diventai il quarto: mi preparai in fretta, iniziai il riscaldamento subito. Le parole più importanti, in quella situazione, furono quelle della mia accompagnatrice a quel match, la mia compagna di squadra Barbara Ruffolo, che mi disse: ‘Silvia non serve allenarti ora. Tu sei pronta. È l’occasione che volevi, sei nata per fare questo. Sei alleatissima. Ora, andiamo a vincere!’. In conclusione, vinsi a unanimità quel match, senza esclusione di colpi. Noi, organizzatore e pubblico entusiasti, mentre l’avversaria e il suo coach meno. Infatti, lui fece polemica sui social dicendo che i giudici avevano sbagliato verdetto e aveva vinto la sua atleta. Così venne esonerato come tecnico per un periodo e lei invece riportò una frattura alla mano e smise di combattere, credo. Da quel momento ripresi a combattere con frequenza in Francia dove continuai a vincere con le atlete locali demolendole e risalendo le classifiche europee arrivando al top alla difesa mondiale in Slovacchia l’anno dopo il 2017, dove stravinsi!”

Quali suggerimenti vuoi dare ai giovani che vogliono praticare gli sport da combattimento?

“È brutto da dire perché ci ho sempre creduto. Ma l’Italia non è il Paese giusto per questi sport. In pochi ci vivono o possono fare una buona carriera. Pertanto, il mio consiglio è dimostrate il vostro valore tecnicamente vincendo lealmente grandi match. Ma studiate, rendetevi capaci di comunicare bene e attirare l’attenzione in maniera costruttiva per quello che siete fuori dal ring, unite le due cose e otterrete grandi risultati”.

Cosa caratterizzata maggiormente la tua tecnica?

“La capacità di trovare sempre la strada giusta al momento giusto, di costruire la vittoria e stravolgere il match con il mio stato di forma fisico e mentale. Continuare a aumentare in questo e rispettare l’avversario durante le riprese, dominandolo sotto ogni punto di vista, resistenza, potenza e frequenza di colpi, spostamenti, anticipo e rientri. Quando salgo sul ring mi faccio sempre questa analisi e sono consapevole del mio valore, dell’impegno negli allenamenti sempre perfetti e mirati, della mia forma fisica. Tutto questo mi trasmette sicurezza e mi porta sul ring con uno stato mentale molto alto che abbatte ogni ostacolo. In più, avere un amica/o all’angolo che crede in me e nel quale credo è come essere in due contro l’avversario”.

Tre aggettivi che tratteggiano il tuo modo di essere.

“Diretta, leale e impegnativa”.

Per il dopo estate cosa hai nel mirino?

“Nel mirino ho un bottino ricco di conoscenze e interessi dove potere ripartire per grandi collaborazioni nel lavoro e continuare a organizzare eventi come competizioni, stage e camp per i miei atleti e con chi vuole collaborare con me per far crescere il movimento”.

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