Si, mi voglio sposare!

Salvatore Savastano
In questi giorni esattamente da lunedì sera, quando dal palco della festa nazionale del Partito Democratico sono state pronunciate queste parole da Nichi Vendola “Voglio Sposarmi” si è aperta una discussione positiva ma anche ipocrita negli “ambienti” di parte della Sinistra italiana.
Mentre in molte nazioni del Mondo la fotografia “Rainbow” si colora, in Italia resta grigia, colore che evidenzia pienamente la situazione attuale, nel nostro paese gli Omosessuali non ci sono, anzi, ci sono solo per pagare le tasse e per gli sfoghi sessuali e purtroppo violenti di alcune persone, siamo all'anno zero!
E' un paese strano, il nostro. Un paese fondato su valori che gli stessi rappresentanti delle istituzioni contraddicono nella pratica. Difficile per esempio riscontrare tra i più accesi sostenitori della famiglia onorevoli che non abbiano alle spalle matrimoni multipli, figli da madri diverse, amanti più o meno note.
Di fronte a tanta disinvoltura, etica e morale, verrebbe da immaginarsi un paese assai liberale e permissivo sulle questioni della vita privata. Invece è proprio qui il nucleo della stranezza, basta citare l'espressione “persone dello stesso sesso”, “matrimonio gay” perché da ogni dove si elevino bandiere,scudi e stendardi per rivendicare il ruolo della “famiglia naturale-eterosessuale”
In questo paese vige al momento un'ampia opera di rassicurazione di stampo paterno, promulgata da istituzioni in parte politiche e in parte religiose, che basandosi sugli arcaici valori della virilità etero formalizza antiche omofobie. Basti pensare a cosa sogna la destra, donne sottomesse, lascive, possibilmente giovani, da controllare e collocare anche nella carriera professionale, pochi extracomunitari, gay che vivono nella clandestinità, ragazzi che vanno all'estero perché non ci sono soldi per la ricerca, per i teatri, per la scuola e chiese pronte a decidere per te, dalle abitudini sessuali al santo a cui votarti.
Ma anche la Sinistra e non parlo dell'ala cattolica del Partito Democratico, in questi anni è stata sempre ambigua e molto superficiale sui temi dei diritti civili.
Nichi con la sua dichiarazione l'altro giorno finalmente ha rotto un tabù importante, quello dell'ipocrisia, che purtroppo esiste anche nella sinistra italiana.
Troppe volte nel passato abbiamo ceduto e aspettato con la scusa “non sono questi i tempi giusti” , oppure “non siamo pronti per riconoscere i diritti dei gay” e ora ci viene detto “c'è la crisi economica, ci sono temi più importanti”, siamo stanchi e vogliamo urlare alla società che esistiamo e che vogliamo vivere con i Diritti nella nostra amata Italia.
E' tempo? Io credo proprio di si, non ci dobbiamo più accontentare della lotta ai “mezzi” diritti, dobbiamo pretendere diritti “interi”, possiamo farcela ma soprattutto possiamo vincere lottando insieme e quindi mi appello non solo al popolo omosessuale ma alle tante ai tanti amici eterosessuali, abbiamo bisogno di voi perché, non si lotta solo per difendere i propri interessi ma gli interessi in generale propri di una società più libertaria, più solidale, più umana, più giusta.
Quello che stiamo vivendo è l'inizio di un vero e proprio passaggio epocale, di costumi e di valori, l'inizio di un grande cambiamento culturale,sociologico e antropologico. Non solo per gli omosessuali.
Grande è il desiderio di matrimonio tra i gay e le lesbiche. Ma ancora più grande è la domanda di Diritti. E allora se il bisogno che urge è quello dei più elementari diritti, il primo diritto è quello a essere rappresentati per come si è. Il diritto a essere raccontati che per gli “esclusi” in Italia oggi equivale al diritto di esistere.
E’ ora di muoversi, di creare un movimento di “Liberazione per i Diritti” fatto non solo da Gay,Lesbiche e Transesssuali, ma soprattutto da Eterosessuali, coinvolgendo associazioni, movimenti, semplici cittadini e partiti politici perché non possiamo più aspettare, ed è necessaria una posizione chiara e netta di quella politica che da anni con le parole è stata sempre vicina al movimento omosessuale ma nei fatti quasi sempre assente, i Diritti Civili devono essere considerati alla pari dei Diritti Sociali!
Dobbiamo Mobilitarci in tutti i territori, parliamo alle persone, raccogliamo adesioni, cerchiamo di creare un movimento ampio,partecipato il più aperto possibile, è ora di superare il concetto di “ghettizzazione” che per anni ha separato la vita degli omosessuali da quella degli eterosessuali e viceversa , anche gli omosessuali italiani devono avere più coraggio è il momento di “dichiararsi” e di “esporsi” pubblicamente, questo permetterà un confronto più aperto con la nostra società.
La battaglia di Nichi è soprattutto la nostra battaglia, è ora di cambiare l’Italia, forza, dobbiamo avere il coraggio di cambiarla!

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