Lo sfascio della sanità umbra
Addirittura 74 mila anziani rinunciano a visite mediche ed esami
Nel biennio 2021-2022 il 27,4% degli ultra 65enni umbri ha dichiarato di avere difficoltà nell’accesso ai servizi sociosanitari. Ben 74 mila anziani, cioè il 32,35% su 228 mila cittadini che hanno una età superiore ai 65 anni, hanno rinunciato a esami diagnostici o visite mediche: una percentuale nettamente più alta rispetto a quella italiana, che interessa praticamente un anziano su quattro (24,3%), con l’Umbria che è fra le tre peggiori regioni italiane (Marche 33%, Sardegna 39,2%). I dati sono stati diffusi dall’ Istituto Superiore della Sanità. Inoltre, la rinuncia è stata più frequente tra chi ha dichiarato di arrivare a fine mese con molte difficoltà, il 37% rispetto al 24% tra chi non ne ha. Quindi gli anziani e con pensioni basse sono quelli che con più probabilità rinunciano a curarsi. Il 36% ha riferito di aver rinunciato a causa delle infinite liste di attesa, il 7% per difficoltà di raggiungere la struttura (troppo distante o senza collegamenti e mezzi di trasporto adeguati) o a causa della scomodità degli orari proposti. Ben il 5% degli anziani ha riferito che la rinuncia è stata determinata dai costi troppo elevati dei ticket e non sostenibili per il loro basso reddito famigliare.
Dati pessimi che indicano il declino della qualità del nostro sistema sanitario pubblico regionale, un declino che è la politica della giunta regionale di destra, volta a far collassare la sanità pubblica per favorire quella privata e le assicurazioni.
Occorre al più presto una mobilitazione che difenda il diritto alla salute per tutte e per tutti.
Stefano Vinti
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