Sull'approvazione delle sedi farmaceutiche individuate dai Comuni, la Terza Commissione consiliare, presieduta da Massimo Buconi, ha deciso all'unanimità di rimandare l'atto alla Giunta regionale affinché lo stesso Esecutivo, “in tempi ragionevolmente rapidi”, possa acquisire ulteriori elementi da parte di alcuni Comuni per poi riformulare una proposta all'organismo di Palazzo Cesaroni.

 

Il documento, sul quale si è sviluppato un articolato dibattito, è stato illustrato dal dirigente regionale Antonio Perelli e da Linda Richieri (assessorato) che non hanno mancato di sottolineare la complessità della materia. Sostanzialmente – ha detto Perelli – l'ultimo decreto governativo, “lascia le cose come erano in fatto di distanza e problematiche relative ai confini territoriali. Nelle realtà con popolazione superiore a 12.500 abitanti (all'interno delle città) la distanza tra due farmacie è fissata in un minimo di 200 metri, mentre nei Comuni con abitanti inferiori a 12.500 la distanza minima è di 3 chilometri”. È stato anche ribadito ed evidenziato che spetta esclusivamente ai Comuni individuare la collocazione di nuove farmacie, mentre compete alla Regione l'autorizzazione all'apertura e alla chiusura di esse. La finalità e l'obiettivo dell'apertura di nuove sedi – come è stato ribadito in ogni intervento - è quella di garantire assistenza ai cittadini in maniera uniforme senza dare tuttavia vita a sovrapposizioni che potrebbero verificarsi in zone di confine tra due o più Comuni.

 

Nel ricordare che compete al Consiglio regionale l'approvazione del Piano e quindi delle sedi farmaceutiche da mettere a bando (attualmente la previsione è di 41), Buconi, a margine della riunione, ha voluto ribadire che “sono i Comuni a decidere dove istituire una nuova farmacia, mentre al Consiglio regionale spetta l'ultima parola sulla scelta”. Il presidente della Commissione ha quindi spiegato che “vista la complessità delle questioni e degli atti in discussione, si è ritenuto di chiedere alla Giunta regionale un ulteriore approfondimento della pratica e quindi una riformulazione complessiva dell'atto che rimetta in fila le questioni tenendo conto di alcune puntualizzazioni richieste dal nostro Ufficio legislativo, oltre ad più approfondito lavoro di confronto con alcune amministrazioni comunali rispetto a scelte di merito, in quanto la norma stabilisce che i criteri validi all'interno di un territorio comunale, attraverso alcune scelte, potrebbero ricadere su altri comuni confinanti. È quindi corretto – ha detto Buconi - che la Regione si faccia carico di ascoltare le istanze degli stessi Comuni interessanti al fine di trovare intese territoriali più vaste”.

 

Franco Zaffini (Fare Italia), dopo aver rimarcato la sua contrarietà verso “la decisione del Comune di Spoleto di chiedere l'istituzione di una nuova sede farmaceutica a San Martino in Trignano senza tenere conto dell'irrisolto problema che riguarda il gestore della farmacia di Strettura (calo demografico: da oltre 1000 residenti a circa 200)”, ha definito “assolutamente importante che la Giunta regionale presenti in Consiglio atti approvabili. Se un atto è infarcito di contenziosi, ricorsi, inadempienze o zone d'ombra – ha concluso - è evidente che il Consiglio non viene messo in condizioni di decidere”

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