Di Ciuenlai - Scrivevo 2 anni fa su Giampiero Bocci, annunciandone di fatto “la venuta”;  “Lievita la sua influenza in Umbria. Consolida e incrementa la sua presenza tra ex dc e moderati, fa irruzione anche in pezzi importanti della sinistra democratica. Dispone ormai di alleanze, di un apparato, e di una organizzazione perfettamente oliata in grado di muoversi autonomamente dentro e fuori il Pd” con il chiaro obiettivo di diventarne il principale punto di riferimento.  Cosa avvenuta, qualche settimane fa , con percentuali bulgare. Ho scritto poi, dopo l’evento previsto tanto tempo fa : “Volete sapere che farà domani Bocci. Aprirà ad una gestione unitaria e collegiale del finto partito. A partire, come ha fatto il suo omonimo delle Marche, da una altrettanto finta segreteria, formata da decine di  persone, come “elogio della snellezza”.

Detto fatto! Tra Vicesegretari, eletti nell’organismo e membri di diritto, siamo ad una trentina (lo Statuto parlerebbe di un massimo di 15). Sono talmente tanti, che la foto ricordo della prima riunione non è riuscito a contenerli tutti. Sono gli effetti della sua cultura democristiana, l’unica, tra le grandi filosofie,  di cui si percepisca ancora qualche residua presenza nel Pd. E seguendo quei principi,  sconfigge ma non distrugge gli avversari. Li coinvolge con la vecchia tecnica dell’eterna mediazione.

E seguendo questa “ideologia” anche le primarie sono finite a “tarallucci e vino” riproponendo il film “tutti insieme appassionatamente. Anche perchè si faceva tanta fatica a capire le differenze.  Adesso, per un po', il nuovo segretario dormirà sogni tranquilli. Ma per poco. Purtroppo per lui il prossimo appuntamento è praticamente domani, a Marzo. Parliamo delle primarie per l’elezione del segretario nazionale del Partito Democratico.

Per quella data gli attuali equilibri andranno in pezzi. Ognuno dei due raggruppamenti che si sono affrontati in Umbria si dividerà in tanti rivoli.  Sparirà quello spirito unitario mostrato al mondo, perché ne’ quelli di Bocci, né quelli di Verini avranno come punto di riferimento, totalmente o prevalentemente, un unico candidato.

Ma vediamo il dettaglio. Il Nucleo centrale dei vincitori (le correnti di Bocci e della Marini) seguirà Martina con importanti defezioni. L’On Anna Ascani virerà con Giacchetti e con se stessa, godendo pure della partecipazione ordinaria del capogruppo in Regione Chiacchieroni.e forse del Vice Presidente del Consiglio Regionale Guasticchi, (anche se tra mugugni e mille dubbi) per il suo noto legame con il duo Lotti – Maria Elena Boschi. Andrea Cernicchi sembra invece orientato a votare Zingaretti. Dall’altra parte  Verini e Valeria Cardinali sarebbero con il Governatore del Lazio, Mentre Leonelli e soci guarderebbero a Martina.

Ora, occorre ricordare, che dopo questo appuntamento, irromperà il problema dei problemi : la scelta dei candidati alle comunali di posti come Perugia, Foligno, Gualdo Tadino, Castiglion del Lago, Magione, Marsciano, Bastia e Orvieto e la formazione delle alleanze e delle relative liste di partito. La domanda è : si va con gli attuali  equilibri o i risultati della competizione nazionale costringeranno tutti a cambiare gli assetti? Sulla carta, per esempio, i seguaci di Martina potrebbero avere, perlomeno a livello degli iscritti, una discreta maggioranza. E come la mettiamo, sempre sulla carta,  con quelli di Zingaretti che, magari, sono minoranza qui , ma potrebbero avere dalla loro parte il segretario nazionale? Per non parlare della reazione di quella robusta pattuglia di renziani non abituati a ruoli di irrilevanza, che invece un magro risultato del duo Giachetti – Ascani potrebbe riservargli?

Brutte gatte da pelare. Ma sono “quisquiglie e punzellaccheri” direbbe Totò, rispetto allo spauracchio delle amministrative. Nel Pd, dopo la disfatta di Umbertide, hanno paura persino quelli del Lago Trasimeno. Senza la riconquista di Perugia e la tenuta degli altri centri lo spettro della fine e della marginalità si materializzerebbe in maniera definitiva.

E’ questo il rischio da ultima spiaggia che si è preso Bocci, E’ questa la sua scommessa facendo suo un detto del capoluogo :  “O a Roma in carrozza o a la macchia a fa ‘l carbone”. Se la perde dovrà andarsene, ma se la vince vedrà spalancarsi le porte per realizzare il sogno della sua vita : La Presidenza della Giunta Regionale.

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