Di Ciuenlai - Dice che tre indizi fanno una prova. Chiudere gli ospedali in piena pandemia (ogni riferimento a Narni – Amelia è puramente casuale), paventare il ridimensionamento del secondo nosocomio della nostra regione (hai detto  Terni? Bravo hai indovinato!) e rifiutarsi di prendere in considerazione la rimessa in funzione di padiglioni già pronti nel capoluogo (troppo facile dare una rapida ripulita a via del Giochetto, meglio puntare su una ambulanza che fa 150 km.  e che ti porta a Civitanova, così fai anche un po' di mare), dimostrano che la strada è stata scelta.

Non ci sono santi che tengono, in Umbria la sanità verrà privatizzata sul modello Lombardia. Intendiamoci il percorso era incominciato nei tre lustri precedenti. Le lunghissime  liste di attesa,  la dismissione di alcuni servizi fondamentali avevano spinto un certo tipo di utenza, complice anche l’estensione delle convenzioni, ad utilizzare la sanità privata (Se vai in un laboratorio, chiedi una prestazione e ti rispondono che con il pubblico vai a 4/6 mesi, ma se paghi la loro parcella, che un po' più del ticket, sei praticamente già dentro la risonanza o attaccato all’ecografo, indovinate quale sarà la scelta del paziente. Direbbe Guzzanti la seconda di quelle che hai detto). Ma adesso non siamo più , diciamo ad una linea che da un maggiore spazio al privato, ma che ancora affida al pubblico un ruolo egemone nel settore. Siamo ad una scelta che va dritta verso il trasferimento di una fetta importante, se non maggioritaria, della spesa sanitaria, fuori dalle mura del servizio sanitario nazionale e regionale.

I tre indizi indicati parlano chiaro, ma ce né uno più degli altri che rappresenta la cartina di tornasole di quello che sta per accadere. Si tratta dell’incredibile mancato utilizzo dei padiglioni di Via del Giochetto a Perugia. Perché si è preferito montare tende o affittare posti in ospedali da campo fuori dell’Umbria? Perché riaprire Un pezzo della vecchia Monteluce  avrebbe significato riaprire altri spazi pubblici diminuendo o addirittura chiudendo molte possibilità di intervento da parte del privato. E in questo caso le smentite o le giustificazioni di comodo non servono a nulla, perché via del Giochetto è vuoto ed è lì a dimostrare che la sanità pubblica, qui da noi, pandemia permettendo,  ha ormai i giorni contati.

 

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