L'Italia dei Valori ha illustrato in una conferenza stampa che si è tenuta stamani a Palazzo Cesaroni (oltre ai consiglieri regionali Dottorini e Brutti erano presenti Federico di Bartolo e Guido Petracca del Dipartimento sanità IdV) i propri emendamenti al disegno di legge di riordino della sanità regionale e le proprie proposte per quella che diverrà la delibera di Giunta definitiva.

“Il nostro intento è costruttivo – ha chiarito il capogruppo Oliviero Dottorini – e le proposte sulle quali è articolata la nostra iniziativa vogliono dare forza alla volontà manifestata dall'Esecutivo attraverso le misure di riordino del sistema sanitario regionale, sulle quali c'è sostanziale condivisione. Le nostre osservazioni sono nel merito e non hanno alcun intento polemico o strumentale. Non siamo 'frenatori' – ha aggiunto - caso mai altri sono interessati a questioni localistiche”.

Nel dettaglio, l'Italia dei Valori concede credito e fiducia al progetto di due aziende “fortemente” integrate, “continuando a garantire i livelli essenziali di assistenza in maniera universalistica, senza partecipazione alle spese da parte dei cittadini”. Per fare questo occorre “eliminare duplicazioni e sovrapposizioni, anche laddove la Giunta non riesce a tagliare come si dovrebbe”. Non convince la previsione della emodinamica anche a Branca e Foligno: per l'IdV va fatta nei due ospedali principali di Perugia e Terni. E' giunto il momento di avviare una sperimentazione della Casa della salute in ciascuno dei 12 Distretti regionali, “senza ulteriori spinte dovute a interessi campanilistici”.

Tale sperimentazione consiste nella “presa in carico del paziente dalla nascita alla morte”, un paziente che abbia una “cartella clinica informatizzata, dove la sanità si fa carico di costruire il percorso del malato con l'intera storia medica personale, senza che sia necessario portare da casa faldoni e cartelle precedenti, e il più possibile a chilometri zero. Laddove possibile, occorre adottare un trattamento “semiresidenziale”: il paziente torna a casa la sera, per unire alla terapia la serenità dello stare in famiglia”. Per fare questo serve una sanità fortemente integrata, che promuova il coordinamento delle politiche territoriali al fine di raggiungere gli obiettivi di salute. Una sanità dove emerga la centralità del cittadino e la sua dignità come persona, da tutelare anche attraverso quella “umanizzazione delle cure” a cui l'IdV dedica uno specifico emendamento, perché “la qualità degli operatori sanitari è fondamentale, al pari della privacy, del rispetto per la persona, del dialogo, della terapia del dolore”.

La prevenzione è un altro dei punti qualificanti: “occorre promuovere stili di vita congrui e fare un monitoraggio efficace, prima di ricorrere a risonanze magnetiche e costose terapie farmacologiche. E' un investimento – hanno spiegato gli esponenti dell'IdV - che darà i suoi frutti nel tempo”.

Necessaria anche una maggiore partecipazione: “l'attuale Piano ha disatteso le aspettative, mentre sarebbe opportuno un Osservatorio epidemiologico regionale di grande profilo con un sistema di valutazione non autoreferenziale ma attraverso un organismo indipendente composto da competenti soggetti terzi, contemplando anche il fondamentale coinvolgimento di sindaci, utenti e associazioni”.

Per ciò che riguarda i protocolli d’intesa delle Aziende ospedaliero-universitarie, essi dovranno vincolare gli atti aziendali definendo: “i criteri per la costituzione delle strutture per le attività assistenziali; i criteri relativi ai fabbisogni formativi; le tipologie di ricerche e i criteri di ripartizione dei relativi oneri e utilizzo dei risultati; la compartecipazione di Regione e Università ai risultati di gestione”.

A fronte dei numerosi emendamenti e suggerimenti dell'Italia dei Valori, rimane la sostanziale condivisione degli obiettivi individuati dalla Giunta regionale, anche se poi “è nella gestione delle idee che possono insorgere problemi – fa rilevare Paolo Brutti – legati alla realizzazione sul territorio dei principi adottati, come si evince dalle reazioni anche dure di alcune realtà e di alcune aree politiche anche interne alla maggioranza. Quello che noi proponiamo – ha concluso Brutti – è un cambiamento di filosofia, dall'assistenza ospedaliera a quella a casa, diminuendo la pressione sugli ospedali. Inoltre va considerato che, pur trattandosi di una riforma che darà risultati nel medio periodo, le economie devono essere subito visibili, dato che già nel 2013 mancheranno tante risorse. La Regione ci ha assicurato che l'equilibrio verrà raggiunto, che con due Aziende ospedaliere e due Asl, a Perugia e a Terni, ci sarà un risparmio. Chi propone altre sedi dovrà dimostrare che conviene. Vedremo se le pressioni localistiche svuoteranno o meno la riforma. Combatteremo contro chi mette i bastoni fra le ruote. Non si torna indietro”.

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