ORVIETO - Finalmente Acea passa oltre la logica di pura discarica e mette sul tavolo un progetto di economia circolare e di recupero della materia ad Orvieto, nella stessa città dove è stata approvata la promozione delle iniziative antispreco del vuoto a rendere. Fermo restando la necessaria riduzione a monte della produzione di rifiuti riducendo i doppi e tripli imballaggi e lavorando sul design intelligente degli oggetti che ne renda riutilizzabili le parti, le scelte di riutilizzo e recupero come base della programmazione legata al ciclo di vita dei prodotti chi sembrano avviarsi nel comune di Orvieto sono un progresso formidabile da quando la città puntava soltanto sulla discarica di "Le Crete", una delle più grandi della regione. Chi ha a cuore le proposte che puntano a Rifiuti Zero non possono che plaudere a tale inversione di tendenza ed auspicare che la politica non perda l'occasione di progresso per la città ed il territorio dopo questi lunghi mesi in cui proprio la discarica è stata usata come martello politico perdendo di vista l'interesse dell'ambiente quindi basta con il "di-scarica barile" che non aiuta e si riparta dai nuovi impianti valutando il progetto, la sua sostenibilità, e lo stato dell'arte delle tecnologie previste.

Ovviamente non è tutto oro quello che luccica e vanno quindi indicate le criticità che come gruppo non possiamo non osservare. Innanzitutto l'orientamento ad ottenere dal recupero della materia quel CSS, combustibile solido secondario, che andrebbe ad alimentare gli inceneritori che non vogliamo non solo sul nostro territorio ma da nessuna parte.

Anche se in una funziona vicaria e temporanea infatti non rientra nella nostra visione l'idea che la soluzione possa passare per questa unica via di uscita. Sono molte infatti le tecnologie che permettono di avere un recupero di qualità tale da potere rimettere la materia nel ciclo della produzione dei beni. A questo va aggiunto che il clima di fiducia tra aziende, istituzioni e cittadini è stato leso dal chiasso dell'accusa politica e dalla mancanza delle informazioni da parte delle istituzioni. Si rischia quindi di bloccare le iniziative per l'economia circolare e tornare a rischiare l'espansione emergenziale della discarica, con grave danno per tutta la comunità. In tale senso depositeremo una proposta informativa sintetica ma non semplicistica sia all'istituzione comunale, che alle altre istituzioni coinvolte e, naturalmente, alle forze politiche.

Orvieto può divenire un esempio positivo per la corretta gestione del ciclo della materia e della tutela del territorio seguendo le migliori pratiche e le buone proposte che vengono dalle esperienze Rifiuti Zero, si proceda quindi alla riduzione incentivando il riutilizzo con il "vuoto a rendere", promuovendo le iniziative antispreco come i cosiddetti last minute market, vietando i doppi e tripli imballaggi e si proceda alla realizzazione dell'impiantistica moderna. Questo come punto di partenza poi, ovviamente, dobbiamo affrontare le bonifiche dei siti contaminati e la messa in sicurezza in permanenza dei calanchi esauriti della discarica visto che è notizia recente la scadenza dei contratti per la gestione del primo di questi avvenuta nel disinteresse generale. In mancanza di queste manutenzioni il calanco continua a rilasciare fumi e percolato tossico diventando una bomba ecologica e questo va assolutamente prevenuto.

 

 

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