PERUGIA - "Dopo aver inutilmente atteso due anni, cinque rinvii e tre decreti, ancora non vede la luce il sistema di tracciabilita' dei rifiuti previsto dalla legge finanziaria del 2008. Il Sistri, nonostante le mirabolanti promesse, ha gettato ormai la maschera per mostrarsi quello che in realta' sta diventando: un inutile appesantimento burocratico, a carico delle imprese, che poco o nulla migliora in materia di dematerializzazione e sburocratizzazione".

Lo scrive, in una nota, il consigliere del Partito democratico in Umbria, Andrea Smacchi. "Il Sistri - ricorda l'esponente del Pd - nasceva con l'obiettivo di permettere l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania, oltre che per inasprire la lotta alla illegalita' nel settore dei rifiuti speciali ed in particolare per mettere ordine a un sistema di rilevazione dei dati che potesse facilitare i compiti delle autorita' di controllo. Ad oggi nulla di tutto cio' e' avvenuto, mentre ammontano a ben 80 milioni di euro le somme versate da parte di piu' di 350 mila imprese e non ancora utilizzate, tanto da indurre le associazioni di categoria a minacciare una class action per il recupero delle somme, alla luce dei fatti, inutilmente versate".

"Anche in Umbria - rimarca il consigliere regionale del Pd - tantissime aziende, soprattutto a conduzione familiare, hanno subito questo danno versando dai 300 ai 500 euro annui senza avere nessun servizio, un danno non di poco conto che rischia peraltro di protrarsi stante l'incertezza che ancora avvolge la possibile partenza del servizio".

"A questi soggetti imprenditoriali - aggiunge Smacchi - che lottano quotidianamente per rimanere sul mercato, va garantito il massimo dell'attenzione e del rispetto da parte delle istituzioni. L'esatto contrario di cio' che sta facendo il Governo.
 

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