Regione Umbria. Buconi-Psi replica a Dottorini-IdV su biomasse a Pian d'Assino
“Assistiamo ancora una volta alle sconcertanti dichiarazioni di un membro della maggioranza, che usa il suo strano ambientalismo per meri scopi propagandistici”. Così il capogruppo del Partito socialista in Consiglio regionale, Massimo Buconi, commenta le valutazione espresse dal collega Oliviero Dottorini (capogruppo Idv) in merito alla centrale a biomasse in località Pian d'Assino di Umbertide (Pg).
Secondo Buconi “il consigliere Dottorini, ancora una volta, cavalca una pur legittima preoccupazione da parte di alcuni cittadini, per fomentare un clima avvelenato, personalizzando in maniera strumentale e pericolosa l’attività di un componente della Giunta regionale. Vorremmo ricordare al consigliere Dottorini che il regolamento regionale 'per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili' rientra nell’alveo di una normativa sovraordinata di carattere nazionale. Lo stesso è stato ampiamente partecipato dalle forze politiche che compongono la maggioranza regionale, nonché dai Comuni che hanno avuto ulteriori 60 giorni per proporre le proprie osservazioni, e che risulta, alla prova dei fatti, il più restrittivo fra tutte le Regioni italiane”.
Massimo Buconi rileva poi: “Per quanto riguarda la famigerata delibera 494 si ricorda al consigliere Dottorini che è il frutto di un confronto con le Amministrazioni comunali che risponde ad una serie di criticità attuative da esse sollevate. L’ergersi a paladino delle battaglie di tutti i movimenti che protestano indistintamente contro l’uso di tutte le rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico, dalle biomasse alla geotermia, costituisce un trucco per cercare di accaparrarsi consensi, dimenticando il senso di responsabilità che dovrebbe avere chi siede all’interno delle Amministrazioni, in particolare quando si fa parte della loro maggioranza, e che dovrebbe essere in grado di giudicare correttamente e seriamente l’operato delle stesse.
Dottorini, che si professa contro l’uso delle fonti fossili per la produzione di energia elettrica, dovrebbe una volta per tutte dirci anche la sua proposta per superare questo stato di cose – continua il capogruppo regionale del Psi - tenendo presente che l’Umbria deve rispettare gli obblighi che la comunità europea ha assegnato alle Regioni italiane, e che se non raggiunti entro il 2020, comporteranno pesanti sanzioni. A questo punto ci aspettiamo – conclude - che verso questi atteggiamenti demagogici e pericolosi, che contribuiscono, questi sì, a far perdere credibilità alle istituzioni, si sollevi la voce di quelle forze politiche presenti in Consiglio regionale, che hanno partecipato con convinzione alle scelte fatte dalla Giunta regionale in tale materia”.
Mercoledì
05/06/13
19:56
SE andiamo avanti in questo modo autorizzando impianti a biogas e bio-masse senza nessuno scrupolo nel 2020 saremo di gran lunga al di sorpra di quello che l'Europa ci chiede,non possiamo trasformare l'imprenditore agricolo in un industriale dell'energia, correndo il rischio di consumare terreni di pregio con colture da biomassa.Occorre al più presto che ci sia una regolamentazione in questa materia molto più complessa di quello che si vuol far credere.Stabilire quanti impianti servono veramente in Umbria,senza dover importare da fuori regione o consumare territorio per colture da bruciare,puntare di più sul risparmio energetico.Io non sono un politico ,non ho mai votato IDV ma mi trovo d'accordo con Dottorini.
Giovedì
06/06/13
06:33
l problema di questi aggeggi è legato, più che alla tecnologia in se o all'inquinamento prodotto che alla fine è lo stesso di caldaie e caminetti, al sistema di incentivazione che paga a KW prodotto e non pone, per quel che ne so, vincoli particolari a come questi vengono prodotti. Il gestore quindi ha tutto l'interesse a massimizzare la produzione utilizzando anche coltivazioni dedicate, fatto francamente poco sensato in una zona come l'alto Tevere.
Per mia personale sensibilità, un cittadino che si vede costruire sotto casa un aggeggio del genere alcune cose le può chiedere senza finire per questo accomunato con i NO TAV, considerando anche il fatto che il coso sfrutta incentivi pubblici per la green economy.
1 - Controlli effettuati da terzi sulle emissioni, anche di laboratori privati. Purtroppo per come è la situazione la regione non può essere un efficace controllore di qualcosa che è lei ad autorizzare, chi si fida di ARPA Umbria?
2 - Uso prioritario e quantitativamente importante di biomasse locali e di scarto, quindi accordi tra i gestori dell'impianto e gli agricoltori locali. Lo Stato li incentiva per questo.
3 - Teleriscaldamento - Lo spegnimento di molte caldaie contribuisce a dare senso alla faccenda