Regione/ Ok Commissione a regolamento moratoria canoni cave e acque minerali

PERUGIA – Con voto unanime dei presenti (Chiacchieroni e Mariotti-Pd, Mantovani e Rosi-Ncd, De Sio-Fd'I, Nevi-FI) la Seconda Commissione ha dato il via libera alla proposta di regolamento della Giunta regionale che dispone le modalità per l'applicazione della moratoria ed i termini di rientro delle somme dovute per canoni di concessione o diritti annuali (annualità 2014-2015) di natura patrimoniale da parte di imprese operanti nei settori delle attività estrattive (cave) ed acque minerali.
Quanto stabilito da questa norma, come si legge nella relazione accompagnatoria del provvedimento, è “connesso alla crisi globale che da anni interessa il tessuto economico globale, nazionale e regionale e che, in particolare, in Umbria ha colpito il settore estrattivo (meno 49 per cento di materiale estratto nel 2013 rispetto al 2006) che ha comportato crisi di liquidità finanziaria e calo dell'occupazione.
Un “quadro analogo”, come viene evidenziato ancora del documento dell'Esecutivo di Palazzo Donini, riguarda il settore delle acque minerali alle prese con una crisi “di liquidità” e per alcune “contrazione del volume di affari”. Una situazione che “nel 2013 ha portato all'attivazione di procedure concordatarie da parte di importanti società operanti nel settore”.
Per le richieste di moratoria non viene dunque prevista la disciplina sanzionatoria connessa al mancato versamento dei contributi. I termini di presentazione sono: il 15 settembre 2014 per il canone dovuto, residuo relativo alla stessa annualità; il 31 gennaio 2015 per il canone dell'anno 2015.
La durata del rientro, che partirà dal 2016, prevede: 2 anni per importi inferiori a 20mila euro, 4 anni per importi uguali o superiori a 20mila euro ed inferiori a 60mila; 6 anni per importi superiori a 60mila euro. Il mancato versamento nei termini prescritti comporterà la decadenza del beneficio ed il pagamento dell'intero importo dovuto dovrà essere effettuato entro il 31 dicembre dell'anno in corso. Nel caso contrario è previsto il procedimento di recupero coattivo.
Degli introiti provenienti dai canoni in questione, la Regione trattiene il 50 per cento, il 33 per cento va ai Comuni dove insiste il sito, il 17 per cento alle Province di appartenenza.

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