Di Ciuenlai

Naturalmente i giornali minimizzano, a cominciare dal Corriere che perso De Bortoli si è rimesso immediatamente in riga. Il messaggio è “il voto al Senato di ieri non cambia niente, Renzi reagisce e rilancia”. E’ difficile capire come si possa fare giornalismo in questa maniera, ma questo è. Perché è tutto l’inverso di quello che viene detto e che viene scritto. IL voto di ieri cambiano, infatti, la natura del nuovo Senato, distruggendo uno dei capisaldi della riforma : la fine del bicameralismo perfetto. Infatti la “camera Alta”, oltre a mantenere intatte le sue competenze su leggi costituzionali e revisione della costituzione potrà legiferare anche sulle “decisioni” che riguardano le normative europee e, novità assoluta , su Bioetica, diritto alla salute, civismo, matrimonio, neurotica, diritti civili in generale, libertà individuali e collettive e tutto quanto riguarda norme relative al comportamento, costume, consuetudini ecc. Insomma si fa prima ad elencare le materie nelle quali legifera solo la Camera, che quelle di cui si può occupare il nuovo Senato.

Ma c’è di più; un cambiamento di questo genere muta e di molto anche il profilo dei senatori. Questi Parlamentari oltre ad occuparsi della popò di roba che abbiamo elencato, dovranno esercitare anche il potere di controllo. Ogni legge approvata dalla Camera potrà riesaminarle deliberando eventuali proposte di modifica. Stessa pizza sui decreti convertiti. Ora mi dite come fa un Presidente di una Regione, o il sindaco di una grande Città a svolgere un lavoro, per il quale non sono stati eletti, che richiede perlomeno la presenza di 5 giorni alla settimana a Roma e nel contempo, esercitare il mandato vero, quello conferitogli dai Cittadini con il voto? E? pura follia. Ormai le riforme sono diventate, per Renzi, simboli come lo furono tragicamente Verdun e Cassino. Obiettivi insignificanti, non strategici, aggirabili e superabili in altre maniere, ma diventati un simbolo di vittoria o di sconfitta. Un simbolo con il quale coprire la stangata d’autunno.

P.S. – Non date retta alle aperture sulle preferenze è una bugia colossale. La camera resterà a prevalenza di nominati. l'italicum prevede 120 collegi multinominali con altrettanti capilista indicati dai partiti. Il conto è semplice : Nei 120 collegi da sei candidati. almeno tTre capilista ogni collegio (uno del Pd, uno della destra e uno del Ms5 ) vengono sicuramente eletti che moltiplicati per 120 fanno 360 e cioè la maggioranza assolutissima della camera. Se ci sono poi alleati eletti (Sel, Fratelli d’Italia, Lega ecc.) su supera facilmente e abbondantemente quota 400. le preferenze restano per 200 fessi che dovranno scannarsi, spendere un sacco di soldi e correre anche per i “nominati”. Roba da matti! Se dovessimo fare uno spot sulla vicenda useremmo questo slogan “professionisti della mistificazione”.

Condividi