“Per decidere le sorti del punto nascita dell'Ospedale di Gubbio - Gualdo Tadino, non serve una visione
ragionieristica del problema e nemmeno il responso della Università o dare un diverso peso al fatto che invece di 500 bambini negli ultimi due anni ne siano nati 20 o 40 in meno. Serve invece una scelta chiara della politica e delle istituzioni”.

Lo afferma il consigliere regionale Orfeo Goracci (Prc-Fds), con riferimento alla risposta data a Palazzo Cesaroni dall'assessore regionale alla sanità ad una interrogazione del consigliere Andrea Smacchi (PD).
Goracci, dopo aver ricordato che “a testimonianza evidente di quanto l'argomento sia sentito dalla popolazione, in queste settimane sono state raccolte oltre 7.000 firme a difesa del punto nascita”, invoca il
“profondo senso di realismo e sensibilità politica che hanno contraddistinguono l'azione della presidente Marini”.

Nel merito del problema il consigliere invita a riflettere sulle condizioni di oggettiva difficoltà degli abitanti, in caso di soppressione del punto nascita. Parliamo- spiega Goracci - di “un ospedale della rete
dell'emergenza-urgenza della Regione: una qualifica risibile senza avere più il punto nascita. Ma la ragione più forte è che si tratta di un ospedale che fa riferimento ad un territorio vastissimo, senza infrastrutture viarie adeguate. Sarebbe assurdo, conclude Goracci, per una una gestante di Gubbio o Scheggia, dover percorrere oltre 60 o 70 km per arrivare a Perugia, Foligno, Città di Castello; oltre un'ora di percorso automobilistico”.

Condividi