Di Ciuenlai - Le votazioni per i Consigli Provinciali di Perugia e Terni (dove è stato eletto anche il Presidente) sono un esempio classico della linea, antidemocratica e confusionale di chi ci governa, pesantemente farcita di incompetenza. Prima di tutto sono il punto culminante di una strategia “bullista” che ha dato per scontata l'approvazione delle proprie decisioni. L'Italicum e la legge Del Rio sulle Province nascono infatti dalla assoluta certezza che la a controriforma della costituzione sarebbe stata approvata a piene mani. Adesso,vorrebbero ma non possono andare a votare, perchè hanno fatto una legge elettorale per una sola camera (sic) e sono sotto una grandinata di critiche e di casini perchè le Province se le eleggono da soli, in barba ai cittadini (arisic). E non si tratta nemmeno di elezioni indirette ma semplicemente di ratifiche. Eh si perchè chi vincerà si conosce prima di scrutare le schede, basta fare i conti per schieramenti politici dei consiglieri comunali. Bastano un ragioniere e una semplice calcolatrice, senza mettere in piedi tutta quella sceneggiata, condita si seggi , personale in straordinario e clamore mediatico. E'tanto vero quello che dico, che a Perugia il centrodestra non ha nemmeno fatto finta di provarci, presentando una lista monca, buona solo per garantirsi i seggi di minoranza. Qualcuno li ha criticati, io direi che sono stati realisti senza prendere in giro nessuno. Il risultato finale è stato questo mostriciattolo istituzionale, che ha ancora competenze importantissime (strade, scuole, ambiente ecc.) , ma al quale hanno tolto le risorse per gestirle. Non ha le risorse finanziarie (sono quasi tutte in bancarotta) e umane. I sindaci e i consiglieri eletti sono oberati dagli impegni dei loro comuni e possono dedicare solo una piccola parte del loro tempo politico alla Provincia. Se ne sono accorti i due primi Presidenti di questo nuovo sistema (Mismetti e Di Girolamo) che, presi dai gravi problemi istituzionali e giudiziari delle loro amministrazioni di provenienza, “coraggiosamente” se la sono data a gambe dimettendosi dall'incarico (Mismetti è poi rientrato) . Occorrerà prendere atto che le Province ci sono e, sia per quanto riguarda l'elezione che le risorse di gestione, serve un'inversione di rotta “di 360 gradi”, perchè l'alternativa è portare i libri in tribunale. Facciamo due conti la Del Rio ha combinato questo casino, “l'Italicum” è inservibile, Il Senato è restato dove e com'era, La finta e scopiazzata riforma della pubblica amministrazione bocciata perchè presenta 8 vizi di costituzionalità, il job act è , in parte, sotto referendum. Del Governo Renzi non rimane niente. Domanda; quanti altri fallimenti deve collazionare una classe dirigente prima di essere presa (politicamente) a pedate e mandata direttamente a casa “senza passare per il via”?

P.S. Stipendi - I grillini scoprono adesso che l'intera operazione ha significato una diminuzione significativa degli stipendi dei dipendenti provinciali. Eppure sono tre anni che questo processo è in corso. Ci sono dipendenti (non i dirigenti che , come al solito e chissà perchè, hanno mantenuto i loro lauti stipendi) che ci hanno rimesso qualcosa come 500 euro al mese. Il salario accessorio è stato praticamente azzerato e tutta l'operazione è stata fatta e finanziata sulle spalle dei dipendenti, creando una gigantesca disparità tra lavoratori che svolgono gli stessi compiti. E questo “Pensata” non è roba del Governo, ma della Regione dell'Umbria e dei loro “emissari” provinciali.

 

 

 

 

 

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