Con l’autoproclamazione dello sciopero da parte della Cgil per il 6 maggio è chiaro l’intento di mandare in soffitta ogni intento di azioni unitarie e di colpire la manifestazione del 1° maggio. La Cgil non può trasformare la Festa dei Lavoratori nel trampolino di lancio per una propria iniziativa e per questo costringe le altre organizzazioni sindacali a provvedere in un modo alternativo. La nostra speranza è che questo comportamento possa chiarire le idee di quanti hanno pensato che le questioni unitarie fossero compromesse dal comportamento di Cisl e Uil. Quest’atto di prepotenza della convocazione unilaterale e in special modo la decisione della data acquistano un valore simbolico enorme rispetto alla reale volontà dell’agire unitario che evidentemente per la Cgil, al di là di dichiarazioni di circostanza e strumentali, non rappresenta una priorità del proprio agire. In sostanza si sbandiera l’unità, ma si agisce per separare e dividere. Compromettere in maniera così evidente la manifestazione del 1° maggio rimarrà un pesante precedente sul recupero delle relazioni sindacali. La Cgil, ancora una volta senza infingimenti, dovrà assumersi le responsabilità del proprio agire davanti ai lavoratori e alle rappresentanze sociali più in generale.

Ulderico Sbarra
Il segretario generale regionale Cisl Umbria
 

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