L’assemblea comunale del PD di Perugia, che si è svolta ieri sera, è l’ennesima prova di debolezza di un organo dirigenziale senza strategia e senza programma politico, che non ha la maggioranza per dire no alle Primarie e quindi rinvia il confronto. Ovviamente, nella giornata di oggi, questa ‘debolezza’ è narrata furbescamente ai giornali come ‘una maggioranza che rinvia la questione primarie’.
Il punto che si rileva, ormai da tempo, è che dentro al PD perugino un gruppo di persone ha sequestrato sia la democrazia interna, che la possibilità per iscritti ed elettori di potersi esprimere sulla scelta del candidato sindaco, nonché sui programmi futuri per la nostra città.
Di fronte alla richiesta di svolgere le Primarie, presentata da circa 150 iscritti, e a fronte dell’istanza di un confronto necessario sul percorso politico da seguire per le amministrative, la Segreteria ha scelto di rinviare, seguendo pratiche che sono fuori da statuti e regolamenti, chiamando persino all’appello membri dell’Assemblea incompatibili.
In queste settimane la Segreteria di Perugia ha inseguito possibili alleati, dissoltisi poi come neve al sole. Esemplare la vicenda del Consigliere Regionale Fora, per molto tempo corteggiato da questo gruppo dirigente anche come candidato sindaco e poi passato al centro destra. Oppure l’ipotetico allargamento del Partito alla lista di Progetto Perugia, che è stata per 10 anni la spina dorsale del governo di cdx: su questo punto sarebbe almeno necessario un preventivo, largo e partecipato confronto su programmi e progetto politico per la città, un chiarimento ed una critica su cosa non è andato in città con Romizi.
Mettersi insieme contro qualcuno e non per costruire qualcosa: è palese il fallimento di questo percorso. Non si capisce quale programma e quale colazione si può formare a 5 mesi dalle amministrative, e altrettanto assurdi sono i nomi improvvidamente sciorinati di possibili candidati a sindaco che, ad oggi, non risultano nemmeno essere disponibili.
È difficile decifrare il ‘non percorso’ dell’attuale segreteria comunale del PD perugino, ma di una cosa siamo certi: abbiamo un disperato e cogente bisogno di coinvolgere i cittadini e le cittadine per la costruzione di un programma alternativo alla destra estrema che si prepara a governare la città.
Per questo le Primarie rimangono uno strumento utile, poiché mettono al centro le persone e i loro bisogni, i progetti per la città e, dunque, il futuro di Perugia.
Noi ci sentiamo a pieno titolo nel PD, in un PD aperto e solidale, in un PD che non vuole rassegnarsi alla sconfitta, in un PD che non sia arrogante, ma inclusivo, in un PD che riesca a far rinascere la speranza in tanti cittadini e tante cittadine.

I richiedenti le Primarie di coalizione di centrosinistra a Perugia

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