Perugia/ Sindaco Romizi ha trovato un difensore d'ufficio: il consigliere Monni
PERUGIA - “Comprendo la preoccupazione dei cittadini nel vedere che non sono state tagliate né Imdefauiltu né Tasi, ma sinceramente non posso che rimanere costernato davanti agli attacchi del centrosinistra, che possono essere giudicati solamente vigliacchi e demagogici”. Lo dice il consigliere regionale del nuovo centrodestra, Massimo Monni, in riferimento a quanto dichiarato dal sindaco di Perugia, Andrea Romizi, sulle tasse che i perugini dovranno versare all'amministrazione comunale e ai commenti di esponenti del centrosinistra pubblicati sui quotidiani locali di oggi.
“Vorrei ricordare a tutti quelli che, tramite notizie di stampa, hanno attaccato il neo sindaco di Perugia Andrea Romizi – afferma Monni - che chi ha preceduto l’attuale amministrazione ha fatto in modo che il Comune di Perugia rischiasse il default e non per offrire ai cittadini i servizi di cui necessitavano, bensì per assumere un numero sproporzionato di dirigenti, spesso incapaci. Un meccanismo – continua il consigliere regionale - non solo costosissimo e finanziato direttamente dalle nostre tasche, ma che ha anche permesso di mettere in piedi quel sistema clientelare che ormai tutti conosciamo”.
“Non me la sentirei – continua -, soprattutto se mi trovassi nei panni dell’ex vicesindaco, di puntare il dito contro Andrea Romizi, ma preferirei optare per un dignitoso silenzio e un sano mea culpa. Infatti, i tagli che sono stati effettuati in maniera immediata sono il segno tangibile che il cambiamento è in atto. Un cambiamento che siamo certi possa continuare in questa direzione. Solo dopo aver risanato il bilancio del Comune di Perugia sarà possibile un abbassamento delle tasse. La parola d’ordine è, infatti, tagliare e ridimensionare una macchina burocratica e amministrativa intaccata nella sua efficienza da persone come Locchi e Boccali. Tagli che, grazie alla lungimiranza dell’assessore Francesco Calabrese, presidente della commissione comunale sulla revisione della spesa, già sono stati messi in atto, grazie alla volontà ferrea del neo sindaco di cambiare radicalmente il Comune e modificare un sistema che non ci appartiene e che non è in linea con i nostri principi. Le scelte politiche di Romizi – aggiunge Monni - sono scelte importanti e coraggiose, e farebbe piacere che chi ha governato e distrutto la nostra città si chiudesse nel silenzio, ammettendo un fallimento colossale, non facendo commenti vergognosi”.
“Sarà inoltre mia premura – conclude – controllare che i fondi comunitari stanziati dall’Unione Europea, siano versati nelle casse del Comune, come promesso dalla governatrice a Wladimiro Boccali. Una promessa fatta quando ancora si pensava di essere invincibili”.
In sostanza il consigliere Monni sposa acriticamente la tesi del “dafault” amministrativo che sarebbe stato creato dal governo di centrosinistra a Palazzo dei Priori, default che in realtà e figlio dei continui tagli dei trasferimenti ai Comuni decisi nel corso degli anni dai governi centrali, quelli a guida Berlusconi compresi.
Grazie a ciò la rigidità di bilancio che si registra oggi al Comune di Perugia è la medesima che affligge anche le altre amministrazioni locali italiane ed umbre e da questo punto di vista non se la cavano certo meglio i comuni amministrati dal centrodestra (vedasi Assisi, ad esempio). Una differenza politicamente rilevante però c’è: ovvero che il Sindaco Romizi ha basato gran parte della sua campagna elettorale sulla promessa che se eletto avrebbe ridotto le tasse sulla casa, promuovendo al riguardo aspre critiche nei confronti del sindaco Boccali che gli faceva presente l’impossibilità, vista la situaziione finanziaria, che potesse mantevere questo impegno. Cosa della quale Romizi, messo di fronte alla situazione effettiva, ha dovuto infine prenderne atto.
Stringendo, il neo primo cittadino di Perugia avrebbe carpito i voti dei perugini promettendo loro una cosa che non è in grado di mantenere, cosa come si è poi vista, e di questo farebbe meglio ad indignarsi il consigliere Monni.
Sabato
23/08/14
11:17
Belle parole ma è troppo facile rigettare la palla al governo senza assumersi le proprie responsabilità, visto che stiamo parlando di decenni di governo a Perugia. Vorreste forse affermare che in questi anni di governo del centrosinistra non vi sono stati errori che hanno comportato sprechi di denaro pubblico? Vorreste forse dire che sono stati fatti tutti i tagli e i risparmi che si potevano fare?
Che dallo Stato arrivino tanti o pochi soldi, non significa che ogni euro non vada speso con lungimiranza, quindi allo stato attuale se uno pensa solamente agli errori fatti con il Minimetro e Umbria Mobilità le vostre scaramuccie sui giornali non sono per niente credibili.
Sabato
23/08/14
20:01
No, volevamo solo dire che la situazione di Perugia è simile a quella di tante altre città italiane messe in crisi dalla politica dell'austerità e del tagli che hanno impoverito i cittadini e messo in crisi i servizi, della quale sono ugualmente colpevoli il centrodestra e il centrosinistra e che chi si candida per governare un Comune non dovrebbe ingannare gli elettori facendo promesse che sa di non potere onorare.
Quanto alla storia del Minimetro lo ripetiamo, non smentiti, da lungo tempo: è in deficit? Certo, ma tutti i sistemi di trasporto pubblico urbano ed extra urbano, indifferentemente gestiti da enti pubblici o da privati, sia in Italia che all'estero, lo sono anche di più e i loro bilancia vengono ripianati con i proventi della fiscalità pubblica. Va comunque tenuto conto che il sistema di trasporto alternativo perugino copre con l'incasso dei biglietti ben oltre il 30% della spesa, cosa che è unanimemente ritenuta "virtuosa", visto che le aziende che si collocano al di sotto di tale soglia non sono ammesse a certi finanziamenti. E poi, se non ci fosse stato il minimetrò, Umbria Mobilità avrebbe dovuto comprare tanti altri bus per trasportarli ed allora il deficit (per non parlare poi di inquinamento)sarebbe stato ancora più grande considerato che, sia per quanto riguarda la velocità di esercizio che per incasso, il trasporto su gomma, anche per il fatto che molti utenti non pagano il biglietto, registra exploit assai inferiori. Ma forse questo ragionamento è troppo complicato per chi si limita a ripetere come un pappagallo frasi suggerite da altri.