di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Santopadre ha dichiarato guerra. Lo aveva preannunciato e lo ha riconfermato dopo il secondo grado di giudizio. Il suo avvocato Loredana Giani sosterrà le sue tesi davanti al Collegio di Garanzia del Coni  e, poi, di fronte alla giustizia amministrativa, prima al Tar del Lazio e, in seguito, al Consiglio di Stato.
L'amministratore delegato del club umbro resta convinto delle proprie idee e che cioè il Lecco debba essere ricacciato indietro, in Lega Pro (dopo la salita in B conquistata sul campo contro il Foggia) per non aver rispettato i termini regolamentari nelle comunicazioni ufficiali previste dalle norme sportive.
Nel ricorso alla bocciatura in prima istanza, la società lombarda ha sostenuto che, non certo per colpe proprie, il tempo concesso al club per comunicare la disponibilità dello stadio, era stato di appena 48 ore, due giorni cioè, contro i tradizionali 6 giorni previsti. 
Questa impostazione ha convinto in primis la Covisoc e la stessa Commissione Infrastrutture, che hanno trasmesso al Consiglio Federale il fascicolo esprimendo "parere favorevole" all'accoglimento delle tesi del ricorrente. Il CF ha accolto, così i rilievi del club ed all'unanimità (fatto non secondario, questo) ha "promosso" il Lecco.
Un "salto della quaglia", dovuto a circostanze ambientali e "politiche" (in senso negativo) il giudizio tra il primo ed il secondo grado? 
Se non usciranno prove contrarie, no: è nel dibattimento che si forma la prova in base alla quale viene emesso il giudizio. Covisoc e Commissione Infrastrutture, in un primo momento contrarie alle argomentazioni dei lombardi, alla luce delle spiegazioni e delle motivazioni presentate nell'appello, si sono convinte della bontà e giustezza dei chiarimenti ed hanno espresso, pertanto, un parere positivo, condiviso, poi, dall'intero CF. Ora la parola passerà al Collegio di Garanzia. Che, con valutazione autonoma, esprimerà il verdetto. Impugnabile, da ciascuna delle parti - la vincente e la soccombente - davanti al Tar e, a seguire, al Consiglio di Stato.
Sostiene, Santopadre che sia sufficiente il solo ritardo, documentato ed inoppugnabile, a far scattare la punizione del Lecco. Senza se e senza ma. Tuttavia va ricordato, come per pura analogia, non sempre chi supera i limiti di velocità viene automaticamente punito. Se il conducente trasporta, per esempio, un farmaco salvavita, costui non subirà sanzioni. Si avvarrà, insomma, del principio giuridico dello "stato di necessità".
Santopadre vanta comunque il diritto di presentare il ricorsi ed andrà avanti su questa strada. Come il Foggia che ha perso col Lecco la "bella" per salire nella cadetteria e che, anche in base alle norme federali (forse ingiuste) non dovrebbe avere titoli per ottenere quanto richiesto, scavalcando il Perugia (che invece, sulla carta, il diritto di subentrare al Lecco, in caso di defezione del club lombardo, lo detiene).
Dalle nostre parti, ovviamente, tutti vorrebbero rivedere “ripescato” il Perugia, ma bisogna anche tener conto delle aspettative e delle ragioni degli altri. 
Gli osservatori attenti fanno notare che le possibilità che le conclusioni dei rappresentanti del Perugia possano venire, alla fine accolte, esistono, certo, ma in percentuale abbastanza risicata. Nessuno è in grado di leggere il futuro, ma rimane buona norma non illudersi troppo e sognare ad occhi aperti.

 

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