di Nicola Capizzi

 

PERUGIA - Sono appena le otto del mattino quando squilla il telefono. “Sono un vostro lettore, alla Cuparella sta succedendo un casino, si stanno pigliando a mazzate”. Salto giù dal letto e corro alla volta del parco. Già in lontananza si sentono le urla e allungo il passo per vedere cosa succede. Osservo la situazione dall'alto per non farmi vedere. Dalla mia posizione gli alberi non consentono una visuale chiara, ma dalle voci si intuisce lo spettacolo. Diversi i protagonisti, diversa l'ambientazione, ma la trama sempre uguale: rissa tra spacciatori per contendersi la zona. Sono in sei. Due a petto nudo si urlano contro e gli altri quattro li trattengono. Poi, come da copione, rumore di bottiglie infrante e ancora grida.

Tutto davanti gli occhi attoniti di due signori intenti fare una passeggiata con i loro amici a quattro zampe. Ma quando si trovano davanti la scena, non esitano, atterriti, a tornare indietro risalendo le scale d'accesso. Il gruppo ad un tratto si dilegua, forse impaurito dall'arrivo di una volante della Polizia chiamata da un fruitore del parco.

Se ormai Piazza Grimana è il far west dell'acropoli, anche alla Cuparella non si scherza. Il meraviglioso parco, meta di residenti e studenti che vi trascorrono un po' di tempo in cerca di frescura, sta diventando zona off limits. Sulle panchine della parte più alta stazionano gli spacciatori e più giù, nello spiazzo dove c'è un tavolo in pietra imbrattato da un graffito, i tossicodipendenti bivaccano e consumano le loro dosi incuranti dei passanti. A voler fare una passeggiata per il percorso bisogna fare attenzione a non incappare in siringhe usate e bottiglie e bicchieri di plastica.

A completare la scenografia, escrementi umani e fazzoletti sporchi che emanano un olezzo stomachevole. Prima di andar via, mi soffermo a  scattare qualche foto. Un passante che vive nella zona mi guarda e poi lamenta: “bravo bravo, mandale al sindaco queste foto. Guarda che porcile. E non ti dico quando organizzano le serate, si sentono le voci fino all'una”. Non riesco a trattenermi e gli rispondo: “ma perché non vi organizzate, perché non chiedete che all'amministrazione di fare eventi che coprano quantomeno tutta la stagione estiva. Nel pomeriggio cultura e la sera concerti, ad esempio”. Il tizio abbassa gli occhi, fa spallucce, e avviandosi verso la sua vettura e calando il tono della voce mi fa: “io nun voglio sapé niente, so solo che la notte voglio dormì”. Tenetevi gli spacciatori allora.    

  

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