Se penso all'identità della città di Perugia si possono identificare diversi aspetti. C'è la straordinaria città storica e d'arte, ma ci sono anche tre dimensioni "contemporanee": la musica (in particolare il jazz); il cioccolato (con il suo vissuto manifatturiero ed artigianale); la città dei bambini. Su queste tre dimensioni occorre, anche al fine di valorizzare il centro storico, costruire spazi dedicati capaci di fungere da attrattori. Non mi soffermo su una ipotetica "casa del jazz" o su un "museo-laboratorio esperenziale" del cioccolato, dato che, su questo ultimo aspetto, condivido nelle linee generali la proposta, formulata oramai molti anni fa, di Eugenio Guarducci. Vorrei solo evidenziare il valore ed il significato di un terzo attrattore, non alternativo ma complementare agli altri due, funzionale ai bambini. Storicamente, Perugia, grazie all'opera della famiglia Spagnoli, con la realizzazione del parco tematico La Città della Domenica, ha generato un'identità di attrattore di famiglie con bambini. Purtroppo, questa percezione collettiva nazionale è andata sfumando nel corso dei decenni in quanto siamo stati incapaci di valorizzare e modernizzare questo parco secondo standard innovativi. Ma, nella memoria collettiva nazionale di molti italiani (oggi magari genitori) resta questa "immagine". Come rinnovarla e valorizzarla adeguatamente? Il clima della stagione invernale non aiuta i bambini ad uscire dalle loro abitazioni. Gli spazi ludici in questa città sono assenti o rarefatti. Il senso di solitudine per giocare e apprendere, magari da soli, nei propri spazi domestici da parte di questi bambini costituisce un limite ai loro percorsi di apprendimento. Famiglie che hanno risorse e spazi domestici adeguati possono ospitare i loro amichetti oppure "riempire" i loro pomeriggio con attività in piscina o corsi di lingua inglese oppure presso centri commerciali di dimensioni rilevanti che, al loro interno, hanno spazi giochi. E così via. Ma molte famiglie non hanno tali possibilità. La domanda è quindi la seguente: è possibile immaginare la realizzazione, nel centro storico, di un polo ludico per i bambini, costituito da spazi digitali, da laboratori teatrali, da spazi esperenziali legati alla creatività, da mini-cinema e mini-palestre e così via? Un polo nel centro storico che avrebbe anche la funzione di attrattore per genitori che non sanno dove portare i figli nel pomeriggio e che, in questo modo, potrebbero, anche da località periferiche, venire in centro storico, lasciare i figli con gli amichetti a divertirsi e passeggiare e magari fare acquisti nei servizi commerciali, dando una "mano" alla sostenibilità di tali attività. Questo polo della creatività sarebbe anche un luogo per nuove forme di apprendimento dei bambini e di una loro socializzazione non virtuale. Credo che gli spazi immobiliari pubblici esistano e possano essere funzionalizzati rispetto a tali scopi. Penso che, in questo modo, sia per i residenti, anche nelle frazioni periferiche, che per i turisti, tale polo della creatività infantile potrebbe essere un attrattore aggiuntivo localizzato nel centro storico. Penso che, in questo modo, potremmo recuperare e valorizzare un'identità della città, ossia quella storicamente tracciata dalla famiglia Spagnoli con la realizzazione della Città della Domenica. Penso che questo polo ludico e della creatività infantile potrebbe trovare anche forme di equilibrio e di sostenibilità economica adeguata rispetto all'offerta di tali servizi.
La Notte Bianca dei bambini, egregiamente organizzata da questa amministrazione comunale, non può che farci riflettere sul valore non di un evento (che dura pochissimi giorni) ma di uno spazio immobiliare permanentemente deputato a svolgere tale funzione ludica e di apprendimento.
 

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