di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Il guerriero torna in sella. "Sono in ripresa. Sto bene. Cerco il 100%, ma sono pronto".
Cristian Dell'Orco, 27 anni, é un lombardo (di Sant'Angelo Lodigiano), di sicura esperienza. É partito dal basso ma ha già sei stagioni di serie A alle spalle. In B é alla seconda esperienza, ma in tutto ha messo insieme 169 partite. Quando ha giocato in maglia biancorossa ha fornito un contributo molto significativo sia in fase difensiva, sia offensiva. L'infortunio lo ha bloccato sul più bello, ma lui si dice pronto a riprendere il cammino giusto. Magari a cominciare dal Brescia, prossimo avversario interno.
"Il Brescia é una grande squadra, con un organico importante. Vuole salire in A e giocherà per vincere. Noi stiamo preparando la partita nel modo dovuto. Serviranno attenzione e concentrazione per tutti i 95' di gioco. Stiamo curando i dettagli che fanno la differenza. É un avversario ostico da affrontare l'undici di Inzaghi, ma noi scendiamo in campo con l'approccio, l'atteggiamento necessario. Quello di imporre il nostro gioco cercando di mantenere il più a lungo possibile il possesso palla. Per metodologia e tipo di gioco, sempre aggressivo credo che il Perugia si trovi più a suo agio con le avversarie che vogliono giocare piuttosto che con quelle che si chiudono a riccio".
Sul fatto che la squadra, statistiche alla mano, segni una percentuale troppo bassa rispetto alle occasioni create, il suo pensiero - nelle ultime giornate da spettatore più che da protagonista in campo, per colpa dell'infortunio - é netto.
"Ritengo sia una questione momentanea, casuale. L'attacco é forte e conta su elementi di qualtà. Forse fuori casa siamo stati più cinici, più cattivi di quanto non sia avvenuto al Curi. Ma ricordo che la partita con l'Ascoli é stata decisa da episodi. Il Perugia ha sempre affrontato le gare, in casa e fuori, con l'approccio giusto. D'altro canto il verbo da attuare é quello di imporre il nostro gioco al di là dell'avversario."
Confida di aver accettato di scendere di categoria come fosse una sfida.
"É stata una scelta di vita. Cercare, personalmente, il rilancio nella cadetteria. Prima l'obiettivo della squadra, la salvezza da raggiungere il più in fretta possibile. Sul piano personale mi attendo di giocare quanto più possibile e quanto meglio mi riuscirà".
Sul ruolo che gli aggrada di più spende poche parole.
"A destra o a sinistra per me é indifferente. Ho svolto sempre il ruolo di terzino. nella difesa a tre, preferibilmente a sinistra. E debbo dire che anche qui, fin quando ho giocato, avevo raggiunto una intesa forte con Lisi. Nel calcio aggressivo mi trovo non bene, benissimo."
E sui suoi compagni non lesina elogi.
"La squadra é competitiva. Conta anche su giocatori di prospettiva come Zanandrea e Ghion, ma anche altri. Combatteremo per salvarci in un torneo dove almeno metà delle squadre é in lizza per salire in A. É un torneo che può regalare sorprese: un attimo e puoi restare invischiato a combattere per la salvezza, un altro attimo e puoi trovarti a lottare per le posizioni di vertice. Cosa serve? Attenzione, concentrazione, determinazione."
Ha militato in squadre del nord (Fiorenzuola, Feralpi, Novara, Sassuolo), del centro (Empoli, Spezia, Ascoli), del sud (Lecce)  ma si dice "stregato" da Perugia e dall'Umbria in generale.
"Non ero mai venuto in questa regione. Di Perugia mi ha affascinato il centro storico. Ma so che tutta la regione vanta belle località. Mi trovo benissimo qui."

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