di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Un altro mattoncino, ben levigato e pesante, per la costruzione di una classifica salda e solida, é quello che il Perugia ha riportato dal “Tardini” di Parma, tradizionalmente non avaro coi colori biancorossi.
La squadra di Massimiliano Alvini si conferma un complesso in cui tutti contribuiscono alle fortune del gruppo, ciascuno ovviamente secondo le proprie forze e le proprie qualità. 
Se si prendesse a confronto il rapporto tra le due contendenti (il Parma ha investito sul monte ingaggi 32 milioni e mezzo, contro gli appena 6 del club di Pian di Massiano) si potrebbe gridare al miracolo. Perché il Perugia di fronte alle individualità tecniche dei ducali (da Buffon ad Inglese, da Tutino a Danilo, da Schiattarella a Vazquez, da Rispoli a Sohm e via dicendo) non solo non ha sfigurato ma ha messo in luce una aggressività, una reattività, un dinamismo, un desiderio di vittoria che ai celebrati campioni parmensi hanno finito per dare scacco, sia pure non matto. Sebbene ci siano andati vicino. Molto vicino. 
Un plauso, oltre agli interpreti sul campo ed allo staff tecnico, lo meritano anche i 393 tifosi del Grifo, che nello stadio avevano un rapporto inferiore di 1 a 10, ma che si sono fatti sentire. Eccome!
La squadra, d’altronde - e questo aspetto rappresenta una felice conferma - getta sul campo tutto quello che ha, con sacrificio, dedizione ed impegno. Nella circostanza sono saliti sul proscenio, in particolare, Burrai, sorta di Euclide le cui geometrie si rivelano decisive; Sgarbi, autore di una rete da far invidia ad un centravanti di ruolo; Dell’Orco, attento e presente in tutta la zona della fascia sinistra; Falzerano, inesauribile nella corsa e bravo negli spunti; Matos, che si sacrifica in un lavoro ai fianchi degli avversari, tanto da finire per sfibrarli; Chichizola, sempre sul pezzo. Tutti, comunque, hanno disputato una gara da sufficienza. Quanto meno per il cuore con cui si sono opposti agli avversari.
É vero che, ancora oggi, l’undici biancorosso realizzi meno di quanto sappia creare. Questo appare un indubbio “peccato originale” del team, che tuttavia mostra un equilibrio significativo e convincente in tutti i reparti. Se i giocatori continueranno a lavorare con zelo, anche questo “neo” finirà per attenuarsi e, speriamo, per sparire del tutto, perché le potenzialità degli elementi a disposizione, risultano di buon livello, anche se non pienamente all’altezza di un numero piuttosto consistente delle altre contendenti della categoria.
Domenica la Ternana fungerà da cartina di tornasole della tenuta psicologica, tecnica e fisica dei grifoni. I rossoverdi, che in trasferta hanno raccolto 9 punti (2 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte), vantano un attacco che, sulla carta, può far leva su una maggiore qualità e su una maggior potenza di fuoco, di quello biancorosso (anche se mancherà di Partipilo, Lucarelli può affidarsi a Donnarumma, a Pettinari, a Falletti, allo stesso Peralta). Tuttavia il calcio resta un gioco di squadra, in cui, solitamente, vince chi primeggia nel maggior numero di scontri individuali ed in una più intensa fluidità di manovra. E se in trasferta la squadra di Bandecchi ha racimolato 9 punti (frutto di 2 vittorie, 3 pareggi, 3 sconfitte: media un punto a gara), il Perugia in casa, sebbene il Curi non si sia dimostrato ancora un fortino, ha ottenuto 12 punti (3 vittorie, 3 pareggi, 2 sconfitte: 1.5 ogni 90’). Intanto risultano venduti già 5.000 biglietti, nuovo primato stagionale. 
Quello che conterà, ancora una volta, sarà - però - l’unità del gruppo e con essa la voglia, la brama di vincere. Fuori dai denti: guai a dimenticare il rostro e l’artiglio.

Condividi