MONTEFALCO – Il Comune di Montefalco è in stato di dissesto: a denunciarlo, con un lunghissimo, al limite del logorroico, ma apparentemente ben documentato intervento, il gruppo consiliare di opposizione “SiAmi Montefalco” che chiama in casa l’attuale e il precesente sindaco che altri non è che l’attuale governatrice umbra Donatella Tesei.

In verità il gruppo di opposizione le cose che rivela ora le aveva denunciate, inascoltato, anche nel corso della campagna elettorale con la quale si era poi concretizzata la conquista della Regione da parte della coalizione di centro-destra. In più ci sarebbe, però una diffida del prefetto di Perugia, indirizzata lo scorso 9 luglio allo stesso Comune, ad approvare il Rerendiconto di gestione 2019 entro 20 giorni dalla notifica, pena la nomina di un commissario ad acta.

Non essendo obiettivamente sintetizzabile in poche righe la denuncia di “SiAmo Montefalco”, ci limitiamo a riportarla integralmente per il godimento di quei lettori che, al pari di noi, avranno la pazienza di leggerla integralmente.

“Il 9 luglio scorso, il Prefetto di Perugia ha diffidato il Consiglio Comunale di Montefalco ad approvare il Rendiconto di gestione 2019 entro 20 giorni dalla notifica stessa, pena la nomina di un commissario ad acta. Questo in quanto il 30 giugno è scaduto il termine ultimo (prorogato per l’emergenza COVID) previsto dalla legge per l’approvazione del Rendiconto, il ché evidenzia un grave inadempimento dell’Amministrazione, che rischia di portare al commissariamento l’Ente stesso.

Ancor più grave è però il fatto che lo schema di rendiconto 2019 da sottoporre al Consiglio per l’approvazione e già approvato dalla Giunta comunale, certifica l’esistenza al 31 dicembre 2019 di un disavanzo di 4.225.719,75 euro!

Gli oltre 4 milioni e 200 mila euro di disavanzo di cui l’Amministrazione dà atto sono la definitiva conferma di ciò che l’opposizione sostiene da lungo tempo, circa la disastrosa situazione finanziaria in cui versa il Comune di Montefalco, dopo 10 anni di amministrazione di destra, che sta portando il Comune stesso al dissesto!

La Giunta comunale è inoltre costretta ad attestare (come si evince dalla tabella dei parametri di deficitarietà strutturale, allegata al Rendiconto di gestione 2019), che il Comune di Montefalco è ente strutturalmente deficitario!

Ma non basta. La stessa Giunta comunale attesta, sempre nel documento che ha approvato, che nel solo 2019 il patrimonio netto del Comune di Montefalco si è ulteriormente ridotto di oltre 2 milioni di euro.

In concreto debiti e passività varie messe insieme in questi anni equivalgono oramai al valore del patrimonio accummulato dal Comune in quasi mille anni di storia!

A questo si aggiunge una patologica difficoltà di cassa, malgrado l’Ente si sia avvalso dal 2014 e si avvalga tutt’ora del ricorso costante e smodato a tutte le possibili anticipazioni ordinarie e straordinarie di cassa (che tra l’altro non rimborsa o rimborsa solo contabilmente); e nonostante ciò fatica a onorare il pagamento dei propri fornitori (evidentemente dalla vergogna viene omesso nel rendiconto, cosa che non è corretta, di riportare il tempo medio di pagamento che nel 2018 era superiore a 220 giorni!) e ha accumulato un ingentissimo stock di insoluti.

Ricordiamo a questo proposito che sul bilancio dell’Ente grava anche un debito con Valle Umbra Servizi che, a chiusura di Rendiconto 2019, ammonta a circa 1 milione e 400 mila euro, in quanto nel passato il Comune ha riscosso la TARI che i cittadini di Montefalco hanno versato, ma non ha provveduto a pagare le fatture emesse da VUS a fronte dei servizi di smaltimento rifiuti resi.

I soldi incassati dalla TARI sono stati utilizzati come un ulteriore ed improprio polmone di liquidità, atto a supportare una spesa del tutto fuori controllo.

Ricordiamo che l’anticipazione di cassa è uno strumento che, così come prevede la legge e come hanno giustamente puntualizzato i Revisori dei Conti, deve essere usato in modo limitato ed episodico e non in modo costante, come invece accade da anni a Montefalco, dove la cassa è perennemente sottozero. Ciò, infatti, danneggia il Comune e comporta l’aggravio di oneri aggiuntivi per l’Ente.

A fronte di una situazione di tale gravità, attestata dalla stessa Giunta comunale, il sindaco di Montefalco Luigi Titta, in una intervista alla stampa rilasciata in data odierna (14 luglio), ha dichiarato senza mezzi termini che si è in presenza di una vera e propria “voragine” nel bilancio comunale (!).

Questa ammissione del sindaco, arrivata con colpevole ritardo, è gravissima, visto che nel maggio dello scorso anno in Consiglio comunale e in campagna elettorale sia lui che l’ex sindaco Donatella Tesei dichiaravano,  evidentemente raccontando cose non vere, che non vi era alcun disavanzo, minimizzavano la gravità della situazione e nascondevano la verità dei fatti, omettendo di porre in essere gli atti dovuti, idonei a contenere gli effetti negativi della sconsiderata gestione da loro stessi attuata fino a quel momento.

Come pure è gravissima l’altra affermazione del sindaco Titta, che sostiene di aver “avviato una grande operazione di trasparenza”, perché ciò equivale ad ammettere che nei precedenti 10 anni di amministrazione il Comune di Montefalco non è stato trasparente, il ché rappresenta non una carenza di stile, ma una precisa violazione delle norme di legge.

In particolare, se la non trasparenza è riferita alla gestione contabile, essa significa, fuori da ogni infingimento, che un bilancio non trasparente è un bilancio che non rappresenta in modo veritiero l’esatta situazione finanziaria e patrimoniale dell’Ente.

Va inoltre ricordato che l’opposizione conosce molto bene la complessiva mancanza di trasparenza del Comune di Montefalco e infatti l’ha denunciata da tempo, anche alle competenti autorità di controllo.

Lo scorso autunno, ad esempio, l’opposizione ha denunciato all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), una serie di gravi irregolarità in materia di amministrazione trasparente. L’ANAC è intervenuta osservando che, il Comune di Montefalco non era in regola nella pubblicazione di dati, tra cui i nominativi delle aziende e dei professionisti che hanno lavorato per il Comune nel corso degli ultimi anni (dal 2014 e seguenti).

Alla specifica dichiarazione-pentimento del sindaco Titta di oggi rispondiamo che il rispetto della trasparenza non è un optional, ma un fondamentale obbligo di legge e che proprio per questo, nei giorni scorsi, abbiamo trasmesso alla Procura della Corte dei Conti un esposto, con una puntuale evidenziazione della situazione finanziaria del Comune di Montefalco e con la ricostruzione di tutti i passaggi non trasparenti e presumibilmente neppure corretti, che hanno portato l’Ente nelle drammatiche condizioni attuali, chiedendo alla stessa Procura di voler accertare i fatti accaduti e, se del caso, le connesse responsabilità.

A quell’esposto ora aggiungeremo, come nuovo documento allegato, la recente dichiarazione del sindaco Titta in ordine alla “operazione trasparenza” effettata in questi giorni, quale ulteriore prova (se ce ne fosse bisogno), che fino al 31 dicembre 2019 l’Amministrazione di Montefalco ha operato, come noi abbiamo più volte denunciato, per nascondere, con dubbie pratiche, lo stato effettivo della situazione del Bilancio dell’ente, al fine di omettere l’adozione degli atti di ricognizione e di risanamento dovuti per legge a fronte di tale situazione, con evidente danno ulteriore all’Ente e alla finanza pubblica.

Su di un punto siamo assolutamente d’accordo con quanto dichiarato dal sindaco Titta, ovvero  quando egli sostiene che la voragine di bilancio del Comune di Montefalco “viene da lontano”, e almeno dal 2014!

Ricordiamo che nel 2009, quando si è insediata la prima Giunta di destra, a guida Tesei, i conti del Comune di Montefalco erano in perfetto ordine, tant’è che il Rendiconto di Gestione dell’Ente si era chiuso al 31 dicembre di quell’anno, con un attivo di cassa e con un avanzo d’amministrazione di oltre 100 mila euro. È evidente che da allora e in particolare dopo il 2014, la situazione finanziaria del Comune è andata incontro a un progressivo deterioramento, che oggi vede il Comune riconosciuto come Ente strutturalmente deficitario, in assoluta difficoltà di cassa, con un ingente debito commerciale da evadere e avviato inesorabilmente, stando a quanto dichiarato dal sindaco Titta, verso il dissesto.

L’Amministrazione comunale avrebbe dovuto da tempo mettere sotto controllo la spesa e invece non lo ha fatto, neppure quando la Corte dei Conti, nel 2017, fece emergere la presenza di un disavanzo di quasi 1,5 milioni di euro. Il piano di rientro trentennale, a rate di 50 mila euro all’anno, che allora fu approvato, è stato disatteso fin da subito, tantoché, ad oggi, il disavanzo si è triplicato.

È assolutamente certo, quindi, che questo risultato è il frutto di tutti i 10 anni di governo della destra a Montefalco e di questo dato, che noi conosciamo benissimo, sono responsabili tutti gli amministratori che si sono succeduti in questi anni e in primis i sindaci sia Tesei che Titta. Di questo spetterà a entrambi rendere conto alla cittadinanza e spiegare fino in fondo e in modo trasparente cosa è successo veramente, così come spetterà alla Corte dei Conti capire dove sono andati a finire tutti questi soldi spesi.

A noi dell’opposizione, non interessano né quelli che sembrano giochi a smarcarsi dell’una (l’ex sindaca Donatella Tesei), che tenta di affermare l’idea che la responsabilità della presente situazione è tutta della inadeguatezza dell’attuale Amministrazione, così come le chiamate  in “ correità”  dell’altro (l’attuale sindaco Luigi Titta), che evidenzia come il disavanzo sia stato accertato a seguito della sua “operazione trasparenza”, facendo intendere che lo stesso disavanzo esplode oggi, ma era presente da tempo, sebbene mascherato con pratiche non trasparenti. Questi giochetti non ci interessano perché è evidente che tutti e due sono responsabili politicamente ed amministrativamente per il dissesto dell’Ente.

A noi oggi interessa esclusivamente tutelare i cittadini di Montefalco, che rischiano di pagare per molti anni un conto salatissimo per il mal governo che è stato fatto.

Per questo ci aspettiamo e pretendiamo che il sindaco, se ne è in condizione, avanzi al Consiglio comunale una vera proposta di risanamento per il futuro di Montefalco: una proposta che sia in grado di chiudere con le pratiche di mal governo del passato, di assicurare il minor danno possibile per i cittadini e che abbia l’ambizione di promuovere lo sviluppo e salvaguardare i servizi, senza continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, per appianare i buchi dovuti alle precedenti gestioni.

Ma in questo contesto va rilevato che le dichiarazioni del sindaco Luigi Titta, ad esempio in ordine al suo impegno a non alzare ulteriormente le tasse, suonano penose, inadeguate e degne di chi lo ha preceduto.

Ricordiamo infatti al sindaco che tutte le tasse e le tariffe del Comune di Montefalco sono già applicate da tempo al massimo di legge e che, semmai, il tema è ridurle, magari facendo pagare le tasse a chi non le ha pagate fino ad ora!

Rileviamo inoltre che, in questa fase, sia del tutto improprio, dire che fortunatamente “Montefalco è una città che cresce” dal punto di vista economico (chissà dove lo ha visto?). Se infatti, il tessuto economico di Montefalco presenta ancora degli elementi di vivacità, uniti a permanenti e sempre più accentuate difficoltà, non è tra l’altro merito di ciò che l’Amministrazione attuale è in grado di fare per aiutare famiglie e attività, visto che, neppure a seguito della grave emergenza da COVID-19 l’Amministrazione è stata in grado, a causa della situazione finanziaria in cui si trova, di predisporre alcuna forma di sgravio fiscale, agevolazione o incentivo a favore delle famiglie, delle attività e dello sviluppo economico del territorio.

Il Comune presenta da anni una patologica difficoltà di cassa e fatica a onorare il pagamento dei propri fornitori e ha accumulato un ingentissimo stock di insoluti.

Rimettere a posto i conti del Comune e tornare a pagare regolarmente i fornitori vecchi e nuovi sarebbe oggi un ulteriore vero contributo ai cittadini ed alle imprese del territorio per la ripresa, visto che cittadini e imprese in questi anni hanno pagato tra le altre cose anche la crisi di liquidità del Comune di Montefalco!

Siamo “lusingati” che il sindaco Titta riconosca all’opposizione il merito di un comportamento responsabile.

Nel ringraziarlo gli facciamo presente che il nostro comportamento, che rimarrà tale sempre, è improntato a senso di responsabilità, perché questo è dovuto ai cittadini.

Il suo invito a collaborare responsabilmente per il bene della città non deve rivolgerlo all’opposizione, che farà, come ha fatto sempre, il suo dovere in modo serio e responsabile, ma in primis a se stesso e alla maggioranza che lo sostiene.

Da parte nostra, se l’invito a collaborare esteso dal Sindaco è un invito affinché si chiuda definitivamente con il mal governo espresso fino ad ora e affinché si avvii una nuova fase per il governo di Montefalco, ispirata all’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico del territorio, recuperare il drammatico livello di qualità delle infrastrutture e dei servizi in cui versa Montefalco, smetterla di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, per appianare i buchi dovuti alle precedenti gestioni e, in sostanza, farla finita con le pratiche non trasparenti del passato, la nostra risposta non può che essere affermativa.

Così come sarà affermativa se ci si invita a collaborare, affinché sia fatta piena luce su cosa è successo davvero in questi anni.

Semmai siamo noi che invitiamo il Sindaco a mettersi a disposizione di una vera operazione trasparenza, ricordadogli però che Lui, che oggi si riscopre Sindaco della trasparenza, è stato per dieci anni il Vicesindaco dell’opacità e di quel mal governo che ha generato il problema che ora è stato finalmente ammesso, quantificato e certificato. Perciò, per essere credibile risulta necessario che oltre a tirar fuori i residui farlocchi della precedente Amministrazione dica qualcosa di più.

Ad esempio, come mai il Sindaco si è deciso solo oggi di ammettere la verità e di perseguire la strada della trasparenza? Prima non si è mai accorto di nulla? Non era in grado di opporsi al volere degli altri?

Altrimenti il sospetto è che la sua richiesta di collaborazione sia solo motivata dal tentativo disperato di sfuggire alle conseguenze politiche e non solo, degli atti che è stato costretto ad adottare e, soprattutto, di quelli che dovrà proporre nel prossimo futuro. Noi, con la stessa responsabilità di sempre, lo invitiamo a venire in Consiglio comunale, rendendo conto in modo davvero trasparente della situazione in cui si trova l’Ente di cui è sindaco, delle ragioni che l’hanno determinata e della proposta che intende avanzare per fare uscire Montefalco da tale baratro e assicurargli un futuro di sviluppo e di rilancio.

Se non è in grado di fare questo gli consigliamo fin da ora di prendere atto della situazione e di trarne le conseguenze”.

 

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