Le fiamme e il funo nero e denso hanno tenuto in apprensione tutta la conca ternana da ieri pomeriggio, dopo che alle 17 si è sviluppato l'incendio all'interno del sito di stoccaccio della plastica dell'ASM di Terni. Deposito e capannone in un momento dove non c'era nessuno al lavoro. Un incendio che ha provocato restrizioni e divieti in un raggio di tre chilometri, praticamente in tutta la zona industriale fino alle porte di Narni. Un incendio senza motivi esattamente come quello accaduto alla Biondi Recuperi di Ponte san Giovanni, un incendio senza un perchè e una ragione. Brucia la plastica stoccata, bottiglie in pet soprattutto, divorate dalle fiamme improvvise e spente dopo ore di intervento da parte dei vigili del fuoco. Potremmo prendere la notizia della Biondi Recuperi di Perugia, farne copia incolla e servirla come notizia con accuratezza di particolari per Terni/Maratta, compresi i divieti imposti da Arpa, l'assoluta incertezza di come si siano originate le fiamme, la durata dell'incendio, l'altezza della colonna di fumo, la quantità di plastica andata bruciata nel rogo.

Sono i roghi impossibili che accadono sempre a discarica deserta, senza nessun operaio di controllo con le solite spiegazioni: forse dei solventi che uniti ad altri solventi, che a contatto tra di loro, le alte temperature raggiunte nel mese di agosto. In effetti a Maratta eravamo in piena calura estiva, a Ponte San Giovanni in pieno inverno... ma si sa che anche in pieno inverno a volte le temperature causano autocombustione, nevvero?

In tutta questa situazione, con i cittadini costretti a tapparsi in casa per evitare i danni del fumo, con le restizioni dell'Arpa, giuste e irrinunciabili, a noi piace invece ricorda re i 250 rochi simili nel biennio 2015 e 2017 e gli altri 391 incendi dal 2019 al 2022, in tutta Italia, da Quarto Oggiaro a Messina, dal Veneto al Piemonte, dalla Sardegna alla Calabria, sempre depositi di plastica, bottiglie che utiizziamo per l'acqua, bibite, detersivi, contenitori... quella plastica che non vuole nessuno e che non sappiamo come smaltire.

Giulio Andreotti diceva che a parlar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca!

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