PERUGIA – La Manovra di Bilancio predisposta dalla Giunta regionale punta a mettere in campo misure capaci di affrontare il grave periodo di crisi economica che tutto il Paese sta attraversando, ma i documenti che la compongono non sono di facile lettura, rendono complicata la comprensione degli stanziamenti previsti per i singoli settori e tralasciano alcuni ambiti che, senza appositi stanziamenti, rischiano di collassare sotto il peso della difficile congiuntura economica. Sono queste, in sintesi, le osservazioni emerse durante l'Audizione pubblica convocata oggi dalla Prima Commissione del Consiglio regionale e svoltasi eccezionalmente a Palazzo Donini.

Numerosi i rappresentanti delle categorie economiche e sociali intervenuti per evidenziare criticità e punti di forza del Bilancio regionale: Lorenzo Fabiani (ConfCooperative), Francesco Filippetti (ConfEsercenti), Carlo di Somma (FederSolidarietà), Ulderico Sbarra (Cisl), Federico Fiorucci (ConfCommercio), Mario Bravi (Cgil), Andrea Bernardoni (Lega Coop), Angelo Corsetti (ColDiretti), Giovanni Moriconi (Umbria Mobilità) e Stefano Pignani (Associazione provinciale allevatori Perugia).

Per LORENZO FABIANI (ConfCooperative) “servono scelte politiche innovative, per puntare sulla crescita e prepararsi alla ripresa. L'ipotesi di riduzione dell'Irap per le imprese che assumono danneggia le aziende che hanno assunto lavoratori negli anni passati, quelle che investono o che patrimonializzano. Ancora più colpite saranno le cooperative sociali, i cui costi riguardano all'80 per cento proprio il lavoro. È positiva la riduzione dei costi di funzionamento e per le consulenze mentre preoccupa la riduzione dei fondi per la cooperazione. I fondi per l'imprenditoria giovanile dovrebbero essere disponibili fino ai 40 anni di età (non a 35) e non condividiamo la riduzione degli stanziamenti per la cooperazione agricola, per la difesa del suolo e dell'ambiente, per la pesca professionale. Il rilancio del turismo richiede una regia unica tra regione, Apt e Centro estero mentre per sostenere la tenuta del sistema regionale del welfare serve il dialogo con i privati”.

FRANCESCO FILIPPETTI (ConfEsercenti) ha evidenziato “la difficoltà nella lettura dei documenti che formano la Manovra di Bilancio, con cifre relative al turismo che divergono tra loro. Pochi i fondi stanziati per il commercio al dettaglio, troppi quelli per il funzionamento delle Agenzie regionali (alcune delle quali, come Sviluppumbria, tendono a sovrapporsi al lavoro delle associazioni di categoria). Positivo il sostengo alla Fondazione contro l'usura e il finanziamento, anche se esiguo, della legge sui centro storici”.

Secondo CARLO DI SOMMA (FederSolidarietà) “le cooperative di tipo A hanno visto aumentare la pressione fiscale in concomitanza con l'inasprirsi della crisi. Si tratta di imprese costituite da soci con alta scolarizzazione, formate all'80 per cento da donne e che stipulano il 90 per cento di contratti a tempo indeterminato. Per la prima volta in 30 anni c'è stato il ricorso agli ammortizzatori sociali, mentre di solito erano le cooperative ad assorbire i lavoratori delle aziende in crisi”.

ULDERICO SBARRA (Cisl) ha valutato positivamente gli indirizzi del Bilancio regionale: “Ora bisogna puntare sulle riforme e sulla riduzione di sprechi e inefficienze. Troppi sono gli ostacoli che incontra l'azione riformatrice della Regione: questo la politica non può permetterselo. È interessante la previsione di rimodulazione dell'Irap, sono positivi gli incentivi per il lavoro, anche se ne servirebbero di più cospicui. Il sostegno alle imprese dovrebbe essere vincolato a meccanismi di premialità legati al rispetto di parametri etici, qualitativi e di sicurezza sul lavoro. Serve una Agenzia che si occupi di sviluppo (magari recuperando finalmente risorse dalla valorizzazione del patrimonio regionale) e non soltanto delle situazioni di crisi. L'apertura alla sussidiarietà potrebbe consentire di fornire alle famiglie e ai lavoratori quei servizi sociali, soprattutto per bambini e anziani, che a volte sono più importanti di un aumento salariale. Nel settore turistico continuano a mancare scelte precise e chiare che puntino davvero alla valorizzazione della filiera”.

FEDERICO FIORUCCI (ConfCommercio) ha criticato le scelte della Regione in fatto di “politiche per il lavoro e per la competitività: ci hanno lasciato molti dubbi e non le condividiamo. È positiva la riduzione dell'Irap e quella delle spese della pubblica amministrazione. Manca però una copertura normativa per gli investimenti tra 15 e mila euro. La lettura dei documenti della Manovra non rende chiari quali siano gli investimenti reali e le risorse stanziate per i vari settori, nello specifico per il commercio”. MARIO BRAVI (Cgil) ha parlato di “inadeguatezza delle risorse disponibili, che dipende soprattutto dai tagli nei trasferimenti statali. I dati umbri non fanno sperare in una rapida ripresa, con la cassa integrazione che in febbraio, in alcune settori, è cresciuta anche del 400 per cento. Positiva la riduzione dell'Irap che però dovrebbe essere legata anche alla contrattazione: in molte aziende c'è un ricorso eccessivo allo straordinario, a discapito dell'occupazione che potrebbe essere creata. La logica dei tagli applicata al welfare non è risolutiva, come non lo sono le privatizzazioni: meglio una compartecipazione alla spesa, da definire attraverso l'Isee, una strada che però non è stata seguita.

ANDREA BERNARDONI (Lega Coop) ha evidenziato la centralità del tema della sussidiarietà nel welfare, in un'ottica di riduzione della spesa e di mantenimento degli interventi di coesione sociale. “Il problema non è quello di ridurre la spesa pubblica e i costi quanto di riorganizzare l'offerta e ripensare il ruolo degli attori pubblici e privati. Le esternalizzazioni possono servire a rimodulare i servizi sociali, ambientali e culturali senza incidere sulla domanda pubblica. La riduzione dell'Irap, così come prevista, danneggerà le cooperative sociali di tipo A: in molte altre regioni esse godono di una esenzione totale e potranno quindi fare una 'concorrenza sleale' alle cooperative umbre, contando su un minore costo del lavoro (che per le cooperative copre l'80 per cento dei costi). Le cooperative sociali non potranno contare sulla riduzione dell'Irap perché utilizzano contratti a tempo indeterminato, difficilmente potranno assumere altro personale e dovranno pure subire la concorrenza di nuove imprese che potranno contare sulle agevolazioni previste.

ANGELO CORSETTI (Coldiretti) e STEFANO PIGNANI (Associazione provinciale allevatori Perugia) si sono soffermati sul mancato finanziamento delle Associazioni degli allevatori: “Dopo il taglio completo dei finanziamenti da parte del Governo, esse rischiano di chiudere in un mese e di disperdere un patrimonio importante, oltre a mettere a rischio i controlli veterinari e sui prodotti alimentari che ora vengono effettuati”.

GIOVANNI MORICONI (Umbria Mobilità) ha infine rimarcato le difficoltà di fronte alle quali si troverà il sistema regionale del trasporto pubblico: “Lo stanziamento attuale di 85 milioni di euro (più 10 milioni di fondi aggiuntivi) scenderà entro due anni del 20 per cento, con il completo, progressivo azzeramento dei finanziamenti aggiuntivi. Questo comporterà una proporzionale riduzione dei servizi erogati ed anche del personale impiegato”.
 

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