24 mila euro ritrovati  nella cuccia del cane dagli operai che stavano facendo lavori in giardino nella tenuta in Toscana della famiglia Montino- Cirinnà.
La tenuta agricola "CapalBioFattoria" a Capalbio (Grosseto) è infatti di proprietà del sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, e di sua moglie, la senatrice Monica Cirinnà, per i quali gli operai stavano lavorando.
Le banconote erano contenute in un sacco di plastica, arrotolate e legate con degli elastici, occultate tra le tegole e le assi di legno di una cuccia costruita anni fa per dare riparo ad una randagia e ai suoi cuccioli. La notizia ha fatto il giro della penisola, trovando ovviamente schierati, in parti uguali, quelli che gridano allo scandalo e quelli che dubbiosi tirano fuori il povero Dudù, di berlusconiana memoria, colpevole di aver fatto un dispetto poltico. Insomma c'è chi mette sotto accusa la Cirinna e Montino e chi invece è propenso al pensiero che il malloppo sia frutto di azioni illecite della malavita che ha pensato bene di scegliere quel nascondiglio proprio davanti alla porta di ingresso della senatrice, per occultare i proventi di chissà quale affare disonesto. Molti puntano il dito contro la senatrice e il sindaco laziale, trovando finalmente qualcosa di cui sparlare, altri alzano la sgualcita bandiera rossa tenue del PD per difendere a spada tratta l'impegno della senatrice e la sua onestà.
La memoria corre indietro nel tempo, ai malloppi di tale Licio Gelli, come a quelli più recenti di tale Francesco Di Lorenzo, all'epoca di tangentopoli, che nel giardino della sua villa aveva nascosto di tutto, dai gioielli ai lingotti in oro ai soldi spicci.
Non mi preoccupo molto della storia che, probabilmente, non avrà una fine chiara e netta, il dubbio uccide più delle certezze e in questa fine d'agosto la politica becera e chiacchierona preferisce più il chiacchiericcio e l'illazione, più che una verità testimoniata.
Dicono che dopo essersi riavuti dalla sorpresa, Cirinnà e Montino siano stati prontissimi a chiamare le forze dell'ordine facendo sequestrare il malloppo ritrovato. Tutto è bene quel che finisce bene. Una cosa perà mi accora e non mi fa dormire: ma gli operai, soli in una villa di Capalbio, nella calura estiva, sudati e scolpiti dal sole a dividersi una birretta ghiacciata tra una picconata e due palate... ecco, quelli sono il mio dubbio.
Il dubbio che mi toglie l'appetito: trovano 24 mila euro nella cuccia fatiscente di un vecchio cane, gli sono capitati tra le mani ben 24 mila euro, rilegati in mazzette con l'elastico... e meravigliati corrono dai custodi gridando in dialetto toscano di Capalbio -Oh venite, venite  che noi si è ritrovato un tesoro!-
E poi chiamare la Cirinnà e Montino, metterli in difficoltà quindi avvisare la polizia e poi la notizia su tutti i giornali. Ma non sarebbe stato meglio prendere l'incartata di soldi e portarseli a casa e spartirli con calma? Ma si sa, gli operai disonesti, è anche vero, che non ci sono più e nemmeno i toscani furbi e filibustieri.
Ci sarebbe poi un'altra ipotesi al vaglio degli inquirenti. Sembra che un burattino di nome Pinocchio, dopo essere stato a cena con il Gatto e la Volpe sia andato a piantare gli euro in quello che chiamano il Campo dei Miracoli. Ma sono illazioni prive di fondamento.

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