di Gian Filippo Della Croce.

Non si può fare a meno di parlare di LUI, ovvero del neo sindaco di Terni Stefano Bandecchi ogni volta che si affronta il tema dell'iniziativa politica nella nostra regione. In verità a parte l'attivismo del livornese non ce n'è molta di attività politica degna di questo nome da segnalare, il profilo della politica in Umbria rimane desolatamente basso. Ma LUI va per la sua strada guardando dall'alto in basso quello che accade intorno e siccome non accade quasi nulla può benissimo dedurre di essere l'unico protagonista nello scenario politico regionale. Ne è tanto convinto che dopo aver brillantemente conquistato la città di Terni ottenendo addirittura la maggioranza assoluta in consiglio comunale, si sta dedicando alacremente alla organizzazione del suo partito sul territorio della regione dove il suo partito Alleanza Popolare primo fra tutti ha già nominato il proprio candidato alla carica di sindaco di Perugia per le elezioni comunali del prossimo anno, profetizzando come obiettivo minimo il ballottaggio, magari ripetendo l'exploit di Terni. E gli altri competitor? Silenzio quasi assoluto, solo la presidente Tesei ha timidamente osato di riproporre la sua candidatura ( ignorata dai suoi) alle prossime elezioni regionali del 2025, per le quali l'ineffabile Bandecchi ha già annunciato di voler partecipare con ovvie velleità di vittoria, per LUI sia Perugia che l'Umbria sono ormai territori di conquista, lo slogan elettorale usato con successo a Terni “mai più schiavi di Perugia” potrebbe così diventare “Terni e Perugia con Bandecchi” in attesa di trasformarsi in “Terni, Perugia e l'Umbria con Bandecchi”., riunendo l'Umbria sotto la sua stella, superando antiche rivalità , una cosa ritenuta da sempre impossibile, prepariamoci quindi a vivere nell'Umbria di Bandecchi. E' vero che nel frattempo però si stanno notando alcune crepe nel muro di sicurezze che il neo sindaco aveva costruito, almeno a parole, dal momento che negli ultimi giorni la nuova giunta ha palesato addirittura un nuovo default per la città dell'acciaio evitabile soltanto con l'aiuto del governo, ovviamente attribuendone la responsabilità alla passata maggioranza e dimenticandosi di ripescare fra le promesse fatte quella del ripianamento del bilancio addirittura con un proprio intervento personale. Ma LUI non si scompone va dritto per la propria strada, polemizza anche con Arvedi il quale risponde signorilmente annunciando la presentazione del piano industriale per le acciaierie, ma LUI si accredita nello stesso tempo come credibile interlocutore del sindacato, nel frattempo la nuova giunta sforna piccoli provvedimenti ben lontani dalle grandiose promesse elettorali. Ma LUI è attualmente impegnato a penetrare nel tessuto sociale perugino, a svilupparvi gli stessi entusiasmi che lo hanno portato alla vittoria di Terni, staremo a vedere se ci riuscirà. L'obiettivo del ballottaggio a Perugia, stando così come stanno le cose oggi rischia di diventare qualcosa di più che una boutade. In che modo le forze politiche umbre intendono confrontarsi con Alternativa Popolare è ancora un mistero stante anche la problematica situazione che stanno vivendo al loro interno, intanto il tempo scorre veloce, è Agosto, si va al mare, poi......

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