PERUGIA - “Intervenire con urgenza per fronteggiare la febbre catarrale degli ovini  (Blue Tongue)”. È quanto chiedono attraverso una interrogazione alla Giunta regionale i consiglieri Gianfranco Chiacchieroni (Partito democratico), Alfredo De Sio (Fratelli d'Italia) e Raffaele Nevi (Forza Italia).

Nel sottolineare come “da circa due mesi imperversa in Umbria la malattia della 'lingua blu' o Blue Tongue causata da virus, trasmessa da vettori del genere Culicoides”. E che “tale malattia si manifesta negli ovini dove la letalità può variare dal 2 al 30 per cento, causando ingenti danni economici”, gli interroganti chiedono all'Esecutivo di Palazzo Donini di “stipulare accordi con le Regioni limitrofe, come previsto dalla legge, al fine di garantire la movimentazione di animali sensibili alla Blue Tongue dello stesso sierotipo, tra aree omogenee dal punto di vista sanitario; accelerare i tempi per la disponibilità dei vaccini; verificare la possibilità di disporre dei vaccini, qualora disponibili, da parte delle altre Regioni; prevedere priorità di somministrazione a partire dagli ovini; autorizzare, in caso di estrema necessità, l'acquisto dei vaccini da parte dell'allevatore autorizzando il veterinario aziendale alla somministrazione; prevedere indennizzi a favore di allevatori che hanno subito particolari danni”.

Chiacchieroni, De Sio e Nevi evidenziano il fatto che “il virus della Blue Tongue (sierotipo 1) non ha interessato solo l'Umbria, ma, come descritto nella nota del ministero della Salute, sono state colpite anche le regioni Marche, Lazio, Toscana e Abruzzo. Le Regioni e Province autonome – spiegano quindi nell'atto -  possono autorizzare le movimentazioni per aree omogenee di circolazione dei medesimi sierotipi dandone comunicazione al ministero della Salute”.

Al riguardo c’è anche da considerare la firma, nei giorni scorsi, di un’ordinanza da parte del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, per contrastare la diffusione dell'infezione della malattia infettiva virale dei ruminanti, dopo la segnalazione di un focolaio in un allevamento di ovini ad Acquasparta.

 Il provvedimento in questione prevede in particolare che entro i limiti del comune deve essere svolto un censimento per l'identificazione di tutte le aziende che detengono animali appartenenti a specie sensibili (ovinicaprini e bovini), oltre a visite periodiche alle aziende che ricadono in un raggio di quattro chilometri dal focolaio.

Veniva inoltre vietato, tra le altre cose, lo spostamento e la circolazione degli stessi animali verso "aree indenni del Paese o del resto del territorio comunitario", con deroghe nel caso di animali destinati alla macellazione o di animali da vita di eta' superiore ai 90 giorni. 

In totale, secondo quanto era stato reso noto dall'Asl Umbria 2, erano 59 i focolai registrati negli ultimi tempi nella provincia di Terni, tutti riguardanti ovini. A breve, non appena i vaccini saranno a disposizione, la stessa azienda avviera' la campagna di vaccinazione per contenere l'infezione. Il morbo, si ricorda, non comporta rischi per l'uomo.

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