di Alfonso Gianni 

Su Repubblica in un articolo dal titolo senza veli "Perché parlare di genocidio" Alexander Stille - figlio americano del famoso giornalista italiano Ugo - scrive: "Le nazioni della Nato devono smettere di preoccuparsi delle distinzioni tra armi offensive e difensive che iniziano ad assomigliare a dibattiti teologici medievali:   bisogna fornire agli ucraini tutte le armi di cui hanno bisogno per difendere la loro sovranità". Spero che sia chiaro di questo passo dove si va a finire. Spero lo sia persino per quella gran massa di parlamentari che hanno approvato l'invio di armi agli ucraini; spero lo sia per quei commentatori che hanno ironizzato quando vengono descritti come quelli che si mettono l'elmetto; spero sia chiaro che alle grandi potenze, in primis agli Usa, conviene che questa guerra sia lunga, sanguinosa e distruttiva. Spero che si ascolti chi invece - come i movimenti per la pace - questa guerra la vuole fermare da subito, imponendo una trattativa con una mediazione autorevole che non può essere di un solo paese ma degli organismi internazionali. Spero lo si faccia, prima che sia troppo tardi. Non siamo mai stati così vicino ad una nuova guerra mondiale.

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