di Giulia Nitti

La prima rata dell’Imu - quella del 18 giugno - si pagherà alle aliquote standard fissate a livello nazionale dal governo. A dicembre, invece, dovrebbe arrivare la stangata: il saldo nel quale saranno conteggiate le maggiorazioni che i Comuni - complici le elezioni amministrative - non hanno ancora stabilito. La decisione è stata formalizzata ieri in un emendamento al decreto fiscale, e fa seguito all’allarme lanciato dai Caf.

Le aliquote
L’aliquota fissate dal governo sulla prima casa è il 4 per mille, su cui i comuni possono prevedere un’addizionale massima del 2 per mille.
Sulle seconde case l’aliquota base è del 7,6 per mille, e l’addizionale comunale massima del 3 per mille. Per entrambe si pagherà a giugno l'acconto del 50%, così come stabilito dall'emendamento presentato ieri in Commissione Finanze e Bilancio del Senato.

Il decreto Salva Italia e la stangata di dicembre
Il decreto Salva Italia che ha introdotto la nuova tassa, aveva fissato infatti le aliquote le aliquote base allo 0,4% per l’abitazione principale, con la possibilità però per i comuni di aumentarla o diminuirla fino allo 0,2%, e dello 0,76% per le seconde case, che si possono ritoccare dello 0,3% in su o in giù. Ma solo il 6% dei comuni ha deliberato modifiche all’aliquota. Con l’emendamento presentato ieri sera si dà risposta alle incertezze dei centri di assistenza fiscale (che avevano sollecitato il problema), e nei fatti si ammorbidisce la stangata dell’Imu di giugno, rinviandola a fine anno, quando quasi tutti i comuni avranno alzato i punti percentuali. La stangata vera e propria arriverà a dicembre, quando, entro il 16, arriverà il conguaglio sulla prima rata e bisognerà saldare il conto, magari calcolato su un’aliquota parecchio più alta, che i comuni devono decidere entro il 30 settembre.

Ma a fine luglio potrebbe cambiare tutto
Su quanto toccherà pagare, però, regna la confusione più totale. A fine luglio, infatti, lo stesso governo potrebbe rivedere tutto, comprese aliquote e detrazioni. Nello stesso emendamento presentato ieri in Commissione Bilancio, infatti, si legge che il governo "sulla base del gettito della prima rata dell'imposta municipale, provvede alla modifica delle aliquote, delle relative variazioni e della detrazione stabilita per assicurare l'ammontare del gettito complessivo previsto per l'anno 2012". Insomma, una volta incassati gli anticipi, l'esecutivo deciderà di ritoccare l'imposta per l'ennesima volta in modo da adattarla alle esigenze di cassa.

I Comuni: "Così non paghiamo gli stipendi"
Nel frattempo la soluzione trovata ieri non piace ai Comuni, che chiedono al governo certezze sulla copertura di liquidità. Il presidente dell'Anci Graziano Delrio ha infatti dichiarato alal Stampa che igli enti locali sono in grosse difficoltà per i tagli dei trasferimenti, e una diminuzione dei soldi previsti per giugno potrebbe merttere in crisi non poche amministrazioni. Secondo Delrio, molti potrebbero addirittura non essere in grado di pagare gli stipendi. Di qui la richiesta del rappresnetante dei Comuni: lo Stato anticipi l'ammanco laddove ci fossero difficoltà.

Aliquota doppia sulla seconda casa
Secondo Delrio, viste le condizioni finanziarie dei Comuni l'aliquota sulla seconda casa sarà probabilmente portata al doppio di quanto è oggi, mentre sulla prima casa la maggior parte dei comuni tornerà alle aliquote del 2007.

Fonte: ilsalvagente.it

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