di Claudio Grassi.

Oggi, al Senato. (n.d.r. ieri)
Si è alzata in piedi, ha guardato negli occhi coloro che l’hanno insultata per anni, incluso il presidente del Senato Ignazio La Russa, e, dopo qualche secondo, ha cominciato a parlare.
Non parole di odio, ma parole mature, di chi sa mettere da parte le emozioni del momento e pensare agli interessi della collettività:
“Onorevoli colleghi, mi chiamo Ilaria Cucchi e voi tutti sapete chi sono. Conoscete la mia storia. Mio fratello Stefano è stato ucciso a suon di botte morendo poi dopo soli 6 giorni nelle mani dello Stato e passando attraverso la custodia indifferente e cinica di oltre 140 pubblici ufficiali. Una vita scomoda, che mi ha fatto conoscere un lato oscuro dello Stato che mai avrei pensato potesse esistere. La giustizia dopo oltre 160 udienze e ben 15 gradi di giudizio ha accertato la verità, quella che era chiara sotto gli occhi di tutti, ma è costata un caro prezzo alla sottoscritta e a tutta la sua famiglia, riconoscendo come fondamentale il contributo mio e della mia famiglia.
Presidente Meloni, in questo percorso ho dovuto affrontare le ostilità e le offese di alcuni esponenti della sua maggioranza, qualcuno che oggi ha addirittura responsabilità di governo, ma non nutro nei suoi confronti alcun sentimento di pregiudizio. Nessuno.
La mia battaglia per mio fratello mi ha portato, per tutti questi tredici anni di lotta, a conoscere il mondo degli ultimi, dei derelitti. Ho fatto politica anch’io, ma sulla strada, non su queste poltrone sulle quali oggi ho l’onore di trovarmi. Riconosco in lei la prima donna presidente del Consiglio, madre e italiana. Le chiedo di andare a visitare il mondo del volontariato che ho avuto la fortuna di conoscere. Sono convinta che cambierà idea su tante realtà e sulle tante possibilità di riscatto che hanno gli ultimi.”

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