di Federico Fabrizi

Perugia – Caro compagno, dove vai? Attenzione al bivio: di qua col Pd, di là per conto proprio. A otto mesi dalle regionali, la scelta sta diventando battaglia in campo aperto. Due partiti – Rifondazione e Sel – sono spaccati tra quelli che “il centrosinistra è casa nostra e stiamo qua con tutte le scarpe” e il fronte “la sinistra siamo noi, meglio da soli che morire renziani”. Di più: va messo nel conto il bilancio di quel che è successo con gli esperimenti delle amministrative: “Sinistra per Perugia” – una strage nel disastro e nessun eletto in consiglio comunale – e “ Sinistra per Terni”, lì c’è scappato addirittura un vicesindaco.

Dalla teoria alla partica: andare alle regionali con una lista che appoggia il candidato presidente del Pd, oppure correre da soli con un proprio candidato. Per stringere ancora più sul venale, incrociando i sondaggi con la piega che sta prendendo il dibattito sulla legge elettorale regionale, nell’uno e nell’altro caso in palio c’è un posto tra i prossimi 20 consiglieri regionali. Poco di più. Il secondo seggio sarebbe un’impresa. L’ipotesi di un assessore è roba da incontro di wrestling dieci contro uno, in cui i dieci sono le correnti del Pd, tutte con gli occhi iniettati di sangue. Sta di fatto che nel gioco “di qua o di là” è cominciato il posizionamento delle truppe. Di qua, nel gruppo “noi stiamo dentro il centrosinistra” sta in prima fila l’assessore regionale Stefano Vinti. E ci starebbe anche un pezzetto dell’Idv (Aviano Rossi?). fatto così è un blocco che piace a Catiuscia Marini (a proposito i rumors danno la vicepresidente della Giunta regionale, Carla Casciari, molto più vicina al Pd).

In casa Rifondazione, però sono tanti quelli che ripetono “Renziani mai, serve una sinistra nuova”. Nell’ordine il segretario regionale Luciano Della Vecchia, quello provinciale Enrico Flamini e il consigliere regionale Damiano Stufara con i suoi. Nella stessa “zona” rimbalzano pure i nmi di due “teorici”: i prof dell’Università di Perugia Renato Covino e Mauro Volpi. Dall’altra parte s’attrezza il fronte dei vintiani-mariniani.

A Terni il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha piazzato dentro il centrosinistra un paio di paletti mica male: Francesca Malafoglia vicesindaco (Sinistra per Terni) e l’ex assessore regionale dei Comunisti Italiani Giuseppe Mascio presidente del consiglio comunale. Dalla stessa parte: l’ex vicesindaco ternano Libero Paci e il grande saggio Mario Andrea Bartolini. Poi c’è la lunga lista dei “corteggiati da entrambe le parti”: l’ex assessore di Perugia Monia Ferranti, ad esempio, ma anche Lucia Maddoli, che era candidata nella lista Tsipras alle europee.

E i sindacalisti? Nel gruppo di quelli “da contattare” spunta un bel pezzo della Cgil, innanzitutto il blocco che fa riferimento alla correntona del leader della Fiom Maurizio Landini: Vasco Cajarelli, Wanda Scarpelli e Alessandro Rampiconi. Non solo: per chi volesse provare ad allargare l’elenco, ci scappa di certo uno squillo al segretario della Cgil di Terni Attilio Romanelli che viene dalla Fiom, ma ha sempre avuto più simpatia per la Camusso che per Cremaschi. Rifondazione deve celebrare il congresso regionale. Doveva essere fatto entro giugno, poi a luglio e per ora è rimandato all’autunno. La conta è già cominciata, il gruppo Della Vecchi-Stufara-Flamini pare in vantaggio sul “papà” Vinti.

Ma se Rifondazione è attraversata dalla bufera, Sel non è messa meglio. Elisabetta Piccolotti è la “donna forte” del partito. Lei alle comunali di Foligno la scelta l’ha fatta: “Mismetti chi?” ha detto a tutti. C’è da scommettere che il braccio di ferro sarà destinato a pesare pure sulle maggioranze locali. E pure qui, avanti tutta con i corteggiamenti ad ogni latitudine: dall’assessore di Todi Andrea Caprini al vicesindaco di Giove, Marco Rosati. “Allora compagno, tu stai con noi vero?”. “Ma con noi chi?”.

Tratto da Il Messaggero del 10 agosto 2014

 

 

 

 

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