di Alfonso Gianni 

Se andasse in porto sarebbe la fine della repubblica democratica e parlamentare. Il disegno di legge prevede non solo l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, ma anche l'introduzione in Costituzione di un premio di maggioranza che garantisca il 55% dei seggi delle Camere a chi vince le elezioni. Il ruolo del Presidente della Repubblica è solo quello di ridare l'incarico al presidente del consiglio eletto nel caso che il parlamento non voti la fiducia al suo governo, Se la fiducia viene ancora negata il Presidente della Repubblica deve sciogliere le camere. Nel caso che il Presidente del consiglio viene meno, il Presidente della Repubblica può solo nominare un altro parlamentare eletto nella stessa lista del Presidente del Consiglio eletto che deve attuare il suo programma. Altrimenti si va alle elezioni.
Insomma il Presidente della Repubblica ridotto a un notaio mentre il parlamento è schiacciato dal premio di maggioranza che definisce per tutta la legislatura i rapporti di forza fra maggioranza e opposizione. Altro che postdemocrazia, siamo a una democratura, ovvero alla dittatura della maggioranza, che peraltro è tale solo per una legge elettorale che fistorce la reale rappresentanza. Prepariamoci a seppellire questo disegno eversivo nel referendum.

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