di Redazione

I poteri forti, quelli veri, vogliono imporre un nuovo governo Monti. A prescindere dalle elezioni e da ogni residuo della democrazia rappresentativa su cui è stato fondato questo paese. Verso il No MOnti Day. L'appello per la manifestazione del 27 ottobre

L'artiglieria pesante è scesa in campo e con una sorta di golpe preventivo vuole ipotecare i risultati delle prossime elezioni e demolire ogni residuo di democrazia rappresentativa. Montezemolo, in una intervista “mirata” sul Corriere della Sera ha dichiarato che spingerà la sua fondazione “Italia Futura” a dare una mano alla prospettiva di un Monti-bis . a prossima legislatura, non può che essere «costituente, è impossibile pensare di tornare alla conflittualità permanente della Seconda Repubblica».

 

Quindi niente alleanze, poi, né con il Pdl né con il Pd (ma «dialogo con le persone responsabili»), perché occorre «dare finalmente un approdo agli elettori liberali, democratici e riformisti» che non si riconoscono nei due principali partiti e non possono essere «condannati a disperdere i loro voti in piccoli partiti», ma in un «grande soggetto che abbia l’ambizione di essere il primo partito». Intanto i poteri forti si stanno già schierando a sostegno di un nuovo governo Monti indifferentemente dal risultato elettorale. Lo hanno fatto i vescovi della Cei, la Confindustria e il mondo invisibile e sanguinario dei cosiddetti “investitori internazionali”. Il Corriere della Sera – che insieme a tutti i principali giornali come La Stampa, La Repubblica, il Sole 24 Ore sostiene apertamente questa soluzione – oggi evoca una santa e invisibile alleanza che sostiene il Monti bis fatta dalle “istituzioni europee, i mercati, gli investitori, gli alleati dell'Italia, i partigiani dell'euro timorosi che con le elezioni vada smarrito il rigore e il recupero di credibilità internazionale incarnato dalla figura di Monti”.

 

Sull'input di Montezemolo si sono immediatamente allineati i personaggi di quel polo “centrista” che l'introduzione in Italia del sistema maggioritario nel 1994 ha ridotto a soggetto minore e pallida eredità della Balena Bianca democristiana. Gianfranco Fini alla convention di Futuro e Libertà ad Arezzo (definitasi l'assemblea dei Mille), ha lanciato “la grande lista civica per l'Italia” e 'chiama' i cittadini per un Monti bis, riconoscendo a Luca Cordero di Montezemolo il ruolo di megafono di un sentimento – a suo avviso - diffuso. L'ipotesi viene benedetta dal leader dell'Udc Pierferdinando Casini.

Fini, proprio lui, ha bocciato lo "sgangherato bipolarismo" che ha portato solo a divisioni, e afferma che – come auspicato anche da Casini - si forma una lista civica nazionale, e chiaramente alla guida del Governo e' candidato l'attuale premier, e "quella lista vince le elezioni, Monti a Palazzo Chigi ci rimane".

 

Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, sente ormai mancargli la terra sotto i piedi. "Basta scorciatoie e ricette italiche. La politica deve tornare ad essere credibile. Non significa che io voglio che Monti torni alla Bocconi ma in quella situazione ognuno dara' il suo contributo". Il Pd bersaniano deve però fare i conti con la crescente fronda democristiana e moderata interna che tifa per la soluzione del Monti bis. Ci si consola con un sondaggio tra i soli lettori dell'Unità, i quali per il 68% ritengono che “Dopo le elezioni ci vuole una svolta, un governo politico voluto dagli elettori”, mentre solo il 26% ritiene che “Monti ha fatto bene a dare la disponibilità. Dopo le elezioni dovrà continuare a guidare il governo”. Ma è chiaro che il dubbio sulla inutilità di elezioni nella quali è già deciso prima chi debba governare stia sfiorando anche Bersani.

Si conferma così che l'unico spazio politico praticabile per mettere in campo alternative a tale scenario, non possa che fondarsi su un soggetto politicamente indipendente e socialmente definito nell'indicazione delle priorità degli interessi da rappresentare. Tirare per la giacca il Pd diventa un esercizio privo di utilità. Sono architetture che guardano solo al passato, magari con un pizzico di nostalgia, ma non sembrano cogliere i mutamenti del presente e gli incubi del futuro. Una prima indicazione di opposizione aperta e determinata viene dalla convocazione della manifestazione nazionale a Roma del 27 ottobre, la No Monti Day.

 

Qui di seguito il testo dell'appello che convoca la manifestazione.

Tutte/i a Roma, piazza della Repubblica alle 14,30 il 27 ottobre. L'appello per la manifestazione nazionale.

Siamo persone che lottano, organizzazioni sociali e sindacali, forze politiche e movimenti civili, e ci siamo assunti l'impegno di dare voce e visibilità alle tante e ai tanti che rifiutano e contrastano Monti e la sua politica di massacro sociale, dando vita il 27 ottobre a Roma a una giornata di mobilitazione nazionale, NO MONTI DAY.

Scendiamo in piazza per dire:

NO a Monti e alla sua politica economica che produce precarietà, licenziamenti, disoccupazione e povertà, no alle controriforme liberiste, oggi e domani.

NO all'Europa dei patti di stabilità, del Fiscal Compact, dell'austerità e del rigore, che devastano da anni la Grecia e ora L'Italia.

NO all'attacco autoritario alla democrazia, no alla repressione contro i movimenti ed il dissenso, no allo stato di polizia contro i migranti.

Sì al lavoro dignitoso, allo stato sociale , al reddito, per tutte e tutti, nativi e migranti.

Sì ai beni comuni, alla scuola e alla ricerca pubblica, alla salute e all'ambiente, a un'altra politica economica pagata dalle banche, dalla finanza dai ricchi e dal grande capitale, dal taglio delle spese militari e dalla cancellazione delle missioni di guerra, dalla soppressione dei privilegi delle caste politiche e manageriali, sì alla cancellazione di tutti i trattati che hanno accentrato il potere decisionale nelle mani di una oligarchia.

Sì alla democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro, fondata sulla partecipazione, sul conflitto e sul diritto a decidere anche sui trattati europei.

Vogliamo manifestare per mostrare che, nonostante la censura del regime informativo montiano, c'è un'altra Italia che rifiuta la finta alternativa tra schieramenti che dichiarano di combattersi e poi approvano assieme tutte le controriforme, dalle pensioni, all'articolo 18, all'IMU, alla svendita dei beni comuni, così come c'è un'altra Europa che lotta contro l'austerità e i trattati UE.

Un'altra Italia che lotta per il lavoro senza accettare il ricatto della rinuncia ai diritti e al salario,che difende l'ambiente ed il territorio senza sottomettersi al dominio degli affari.

Un'altra Italia che lotta per una democrazia alternativa al comando autoritario dei governi liberisti e antipopolari europei primo fra tutti quello tedesco, della BCE della Commissione Europea e del FMI, del grande capitale e della finanza internazionale.

Promuoviamo una manifestazione chiara e rigorosa nelle sue scelte, che porti in piazza a mani nude e a volto scoperto tutta l'opposizione sociale a Monti e a chi lo sostiene, per esprimere il massimo sostegno a tutte le lotte in atto per i diritti, l'ambiente ed il lavoro, dalla Val di Susa al Sulcis, da Taranto a Pomigliano, dagli inidonei e precari della scuola, da Cinecittà occupata ai tanti esempi di cultura condivisa come il Teatro Valle occupato e le tante altre in giro per l'Italia, a tutte e tutti coloro che subiscono i colpi della crisi.

Vogliamo che la manifestazione, che partirà alle 14,30 da Piazza della Repubblica, si concluda in Piazza S. Giovanni con una grande assemblea popolare, ove si possa liberamente discutere di come dare continuità alla mobilitazione.

Proponiamo a tutte e tutti coloro che sono interessati a questa percorso di costruirlo assieme, specificandone e ampliandone i contenuti, fermi restando i punti di partenza e le modalità qui definiti.

Il comitato promotore NO MONTI DAY ROMA 27 OTTOBRE

Fonte: contropiano

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