Nonostante il calo complessivo degli infortuni e delle morti sul lavoro registrate negli ultimi anni, la causa più rilevante di infortunio o di morte rimane la caduta dall’alto. E ciò è dovuto alla scarsa informazione e formazione degli operatori ed in una errata valutazione dei rischi da parte di chi ha la responsabilità degli interventi. A queste cause si aggiunge il fatto che per manutenzioni di piccola entità salgono in copertura persone totalmente ignare dei rischi che si corrono e della normativa in materia di prevenzione.

Per cercare di migliorare la situazione e quindi limitare i rischi, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore Stefano Vinti, ha approvato le nuove linee di indirizzo per la prevenzione delle cadute dall’alto. “D’altra parte, ha affermato l’assessore Vinti, la copertura dell’edificio è ormai diventata un vero e proprio luogo di lavoro, un cantiere che per le sue peculiarità possiede caratteristiche di rischio elevato e per tale motivo è un luogo il cui accesso deve essere permesso solo a chi è in grado di farlo in sicurezza evitando inutili e pericolosissimi “fai da te”. La Giunta regionale aveva istituito un Gruppo tecnico di lavoro, rappresentativo dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL, delle Associazioni, degli Ordini e Collegi professionali e da personale regionale, con il compito di proporre interventi e buone prassi da attuare al fine di prevenire e ridurre gli infortuni causati dalla caduta dall’alto.

Il Gruppo tecnico di lavoro ha articolato i propri lavori in quattro incontri che, partendo dall’ambito di applicazione delle Linee di indirizzo, si è poi sviluppato con l’analisi di diverse tematiche quali la definizione dei “lavori di piccola entità”, la valutazione dei rischi connessi ai principali tipi di lavorazioni da effettuare in quota e la definizione di un elaborato tecnico delle coperture e/o delle facciate che contenga tutte le misure preventive e protettive da osservare quando si lavora in quota da mettere a disposizione dei soggetti interessati (quali imprese edili, manutentori, antennisti) per informarli circa le modalità con cui sono garantiti da installazioni o dispositivi di protezione collettiva permanenti i percorsi di accesso, gli accessi, il transito e l'esecuzione dei lavori di manutenzione. Infine sono state definite le “buone prassi” da seguire per i lavori di piccola entità sulle coperture e/o sulle facciate costituite da quindici punti sintetici, diretti e di semplice lettura, che provochino una riflessione sui comportamenti più sicuri da adottare in ogni situazione e pensati per tutti coloro che hanno la necessità di salire in copertura e non siano formati sui temi della prevenzione.
Il risultato del lavoro è quindi costituito da un documento, che contiene le buone pratiche che dovrebbero essere attuate e le buone prassi da seguire quando si lavora in quota.

A questo proposito nella progettazione di tutti quegli interventi soggetti a permesso di costruire o S.C.I.A. andrà inserito tra gli elaborati di progetto l’elaborato tecnico di copertura e/o facciata contenente tutte le misure di prevenzione e protezione da predisporre sulla specifica struttura al fine di prevenire le cadute dall’alto nei successivi interventi di manutenzione e bisognerà istituire il registro di controllo delle attrezzature di protezione installate presso l’immobile.
“E’ evidente che il solo documento non basta, aggiunge l’assessore Vinti in quanto è fondamentale che gli stessi operatori prendano coscienza del pericolo e quindi siano convinti di adottare tutte le misure di sicurezza e le precauzioni necessarie che le linee di indirizzo descrivono con assoluta cura. Abbiamo la volontà di diffondere e far conoscere il più possibile questo documento, ha concluso Vinti, con la certezza di dare un prezioso contributo alle imprese ed ai lavoratori che operano in Umbria”.

 

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