Il capogruppo regionale del Psi, Massimo Buconi, chiede alla Giunta e al Consiglio regionale “una riflessione ampia e con delle cifre” per capire cosa comporterà in Umbria la riforma del federalismo fiscale.
“Serve un’analisi per conoscere e far conoscere gli effetti della riforma agli umbri e alla classe dirigente. Per questo – sostiene Buconi - ritengo utile avanzare la proposta a tutta l’Assemblea di un Consiglio monotematico sul federalismo, con la massima priorità, dato che il provvedimento si trova alle battute finali a Roma”.

Buconi vede il federalismo anche come una “opportunità” per le amministrazione locali e regionali, “ma – dice - l’impianto del Governo è lacunoso sia in fatto di tributi che di risorse per attuare il decentramento dei servizi. Per un forza riformista come il Partito socialista italiano la riforma del federalismo fiscale può rappresentare per gli enti locali e i cittadini stessi una nuova formula dove coniugare ricchezze del territorio con servizi per il cittadino, tasse di scopo per progetti da realizzare per la propria comunità, migliore utilizzo delle finanze contro spese inutili o datate nella pubblica amministrazioni. Ma le linee guida presentante dal Governo all’Anci – prosegue - non consentono ad oggi di capire con quali risorse e in che periodo sarà possibile alimentare i bilanci degli enti locali per garantire in autonomia i servizi e il buon governo. Restano troppe perplessità sulla definizione della Tarsu-Tia, lo sblocco dell’addizionale Irpef, il contributo di  soggiorno già richiesto da molti comuni e la gestione dei tributi immobiliari attribuiti ai Comuni senza far pensare che si trattino di un ripristino dell’Ici”.

“Sarebbe opportuno – suggerisce Buconi - aprire un primo confronto in Consiglio regionale per capire le necessità di bilancio della Regione Umbria per affrontare una eventuale stagione federalista. Per definire i benefici e gli svantaggi su cui intervenire, per offrire un quadro completo da sottoporre agli Umbri che, soltanto attraverso la trasparenza, potranno farsi un giudizio sul federalismo fiscale, ad oggi alimentato solo dalla demagogia di alcune forze politiche. Anche per dare evidenza al fatto – conclude - che non si può inneggiare alle razionalizzazioni senza aspettarsi, e accettare, tagli ai servizi”.

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