Secondo Virgilio, il mitico Dardano partì da Cortona per fondare la città di Troia; così, la città è stata definita mamma di Troia e nonna di Roma. Attenta al suo passato, la città toscana ha fatto tesoro delle esperienze dell’Accademia Etrusca fondata nel 1726, valorizzando al massimo le sue radici e arrivando a costituire un importante polo museale al centro di una fitta rete di monumenti.
Questa particolare struttura ha portato il Museo della Accademia Etrusca e della città di Cortona, il MAEC, a instaurare rapporti di collaborazione con i principali musei del mondo al fine di riportare in Italia, almeno temporaneamente, reperti etruschi ormai lontani.
Nel 2008 è stato il caso dei materiali dell’Ermitage di San Pietroburgo.

Oggi è la volta di un gruppo di 40 oggetti di grande prestigio, provenienti dal Louvre di Parigi.
La mostra “Gli Etruschi dall’Arno al Tevere – Le collezioni del Louvre a Cortona” illustra le relazione fra i centri dell’Etruria interna, gravitanti sulle valli di Arno e Tevere: un itinerario che dal territorio di Fiesole segue l’Arno dalle sue sorgenti fino alla Valdichiana e al Lazio. Per arrivare alle porte di Roma, attraverso i centro di Chiusi, Perugia e Orvieto, passando per il mondo falisco. La mostra permette di ammirare bronzi, urne e monumenti sepolcrali, gioielli e terrecotte, così come opere famose, quali la Testa da Fiesole, o alcuni dei bronzi della stirpe votiva del Falterona. O, ancora, la statuetta di Menerva, ritrovata nelle vicinanze di Perugia. Ma dal Louvre giungono anche opere esposte per la prima volta in Italia, poco note al pubblico benché eccezionali.
Come il grande busto in terracotta di Arianna, parte di una statua monumentale scordata nei depositi del grande museo francese fino a una decina di anni fa. Oggi, la sposa di Dioniso è considerata tra i migliori esempi di scultura in terracotta etrusca di età ellenistica.
 

Fonte: la rivista Civiltà

Condividi