La Sezione Umbria della SIN (Società Italiana di Neonatologia) ha organizzato per venerdì i 21 Marzo (dalle ore 15 alle 19.30)  e sabato 22 (dalle 9 alle 13) alla Posta dei Donini un convegno su : “Presa in carico e follow-up neuroevolutivo del neonato pretermine: modelli operative a confronto”. Il convegno, al quale parteciperanno  oltre 150 operatori sanitari - medici, psicologi, fisioterapisti, logopedisti ed infermieri pediatrici - è  stato organizzato dal presidente della  SIN Umbria  Prof. Giancarlo Barboni, direttore della S.C. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del S. Maria della  Misericordia, in collaborazione con la Dott.ssa Miranda Crisopulli, responsabile della U.O.S. di Neuropsichiatria e riabilitazione  dell’ Età Evolutiva della USL 1 Umbria. La collaborazione interaziendale tra  il Servizio di Riabilitazione dell’ Età Evolutiva, allora diretto dal dott. Mario Gambelunghe, e la Terapia Intensiva Neonatale della Azienda Ospedaliera di Perugia, allora diretta dalla Prof.ssa Maria Serena Lungarotti, é iniziata venti anni fa, che ha permesso una presa in carico  multidisciplinare del neonato/bambino e della sua famiglia, fin dalla nascita da parte di  figure  professionali delle due aziende, fornendo assistenza a circa  3000 bambini.

"L'obbiettivo prioritario del convegno - dice il Prof. Barboni è quello di ottimizzare la presa in carico del bambino pretermine e della sua famiglia. Gli operatori che parteciperanno alla gestione assistenziale di questi neonati avvertono sempre più la necessità di un confronto con professionisti provenienti dai principali centri italiani, per rafforzare l'integrazione e facilitare il percorso di supporto alla famiglia del bambino nato pretermine sia durante il ricovero ospedaliero che dopo la dimissione. E' un obbligo dei professionisti migliorare la qualità della vita di ciascun prematuro - aggiunge Barboni - la tecnologia e le competenze  sono in sviluppo costante, ed i servizi sanitari devono supportare le difficoltà che il nato prematuro e genitori incontrano nei percorsi assistenziali"

Condividi