Lo stop all’emendamento nella legge di stabilità che individuava le risorse per circa 10.000 lavoratori in esodo  è l’ennesima sottovalutazione e sottostima di un problema drammatico che coinvolge tantissime famiglie e che lede i diritti di cittadinanza di tante persone, considerate troppo anziane per lavorare da un sistema di imprese che sceglie di essere competitivo diminuendo il costo del lavoro, e troppo giovani per andare in pensione da un governo che pensa solo a consolidare risparmi sulla spesa previdenziale.

Nella nostra regione, questa situazione di estrema difficoltà, sta tenendo in sospeso circa 6.000 persone e le loro famiglie, e rischia di assestare un duro colpo alla coesione sociale che ha sempre caratterizzato le comunità dell’Umbria.

Circa 6000 lavoratori e lavoratrici che, per la trasversalità della crisi, appartengono a tutti i settori produttivi dalla chimica, ai servizi, all’agroindustria, alla siderurgia.

Questo tema, di cui tutti parlano senza trovare una soluzione efficace e (soprattutto) giusta, rappresenta un motivo in più per scioperare il 14 novembre ed essere a Terni alla manifestazione indetta dalla CGIL, manifestazione che sarà conclusa dal Segretario Nazionale Susanna Camusso.

Mario Bravi
segretario regionale Cgil Umbria

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