Era stato immatricolato in Umbria, nel 1998, bus strage sulla Napoli-Canosa

AVELLINO - Una revisione falsificata, un'altra sospetta. Per la Procura della Repubblica di Avellino sono emersi elementi sufficienti per ritenere che il caso scoperto in seguito alle indagini sull'incidente del 28 luglio scorso lungo il viadotto Acqualonga dell'A16 Napoli-Canosa non sia isolato e che possa esistere un sistema consolidato per agevolare le revisioni dei bus per il trasporto di persone.
Il fascicolo potrebbe essere trasferito alla procura di Napoli per estendere le indagini a tutto il sistema di controllo dei veicoli per il trasporto di persone.
C'e' infatti un dato che e' balzato agli occhi degli investigatori, ovvero la prima immatricolazione del bus della ditta Lametta. Il Volvo precipitato dal viadotto fu registrato per la prima volta in Umbria nel 1998 e poi reimmatricolato nel 2005 in Campania e non avrebbe potuto per le pessime condizioni superare la revisione. Una condizione comune a molti autobus utilizzati per gite turistiche, anche secondo una statistica emersa dai controlli di routine che la Polstrada compie. Mezzi con piu' di 10 anni reimmatricolati in Campania dove non esiste una normativa regionale piu' rigorosa.
L'ultimo atto per disciplinare il sistema di revisioni risale al 2003, quando fu depositato dall'allora assessore regionale ai trasporti Ennio Cascetta un disegno di legge, che il Consiglio non ha ancora discusso. Il vuoto legislativo e la compiacenza di funzionari della Motorizzazione Civile potrebbero, nei sospetti degli inquirenti, essersi combinati per consentire la circolazione di mezzi che non rispondono agli standard di sicurezza minimi.

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