di Quinto Sertorio

L'Italia è diventata un Paese di case vuote. I numeri ci dicono 9,6 milioni, il 27% di tutti gli alloggi disponibili.
I dati diffusi dall' Istat disegnano un fenomeno preoccupante e in aumento: nel 2011 le case non abitate erano 7 milioni, il 22,7% del totale. Le case sfitte sono più al sud e nelle isole, al Centro sono il 22%, il 25% al Nord, sono ben il 47% del totale nelle aree interne, mentre scendono al 17% nei capoluoghi maggiori. Incide la presenza di 'seconde case' turistiche, sul totale. I numeri delle grandi città sono significativi: 79 mila case 'sfitte' a Torino (il 15,7%), 110 mila a Milano (13,5%), 75 mila a Napoli (17%), 162 mila a Roma (11%).
Sono dati figli di un trentennio in cui il consumo del suolo non si è mai arrestato, mentre iniziava un declino demografico che non pare arrestarsi: sono aumentate le case ma anche le case vuote.
I dati Istat vanno analizzati attentamente, in quanto è noto un sistematico ricorso agli affitti in nero, tanto delle case che l'Istat considera non occupate in molti casi probabilmente non lo sono. E poi c'è quello che nero non è: gli affitti brevi, in cui le case sono sfitte in tanta parte dell'anno per poi affittare ai turisti nel momento di picco delle presenze in città.
Case sfitte a milioni e liste di attesa per la casa popolare che si allungano, sono circa 650 mila, escludendo circa 100 mila le persone senza fissa dimora, gli sfratti eseguiti sono stati 30 mila nel 2022, +218% rispetto all'anno precedente. La paura di morosità spinge molti proprietari a evitare l'affitto, nonostante sia un rischio che si manifesta in media non più che nell'1-2% dei casi.
Affitti alti e per turisti, PIL fermo, calo demografico e zero politiche pubbliche: il 27% degli immobili non è occupato e nelle aree interne del Paese si arriva al 75%.
Con questi numeri occorre un vero 'Piano casa' e una nuova legge sugli affitti.
 

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