“La proposta di Documento annuale di programmazione (Dap) predisposta dalla Giunta di Palazzo Donini non contiene adeguati strumenti di contrasto al grave peggioramento della situazione economica e sociale della nostra Regione”. Per questo motivo il capogruppo di Rifondazione comunista all'Assemblea legislativa dell'Umbria, Damiano Stufara, annuncia la presentazione di una risoluzione che boccia la proposta dell'Esecutivo e propone un nuovo Dap, alternativo a quello della Giunta. Il testo, articolato in 10 punti, verrà presentato durante la riunione della Prima commissione convocata per la mattinata di domani, durante la quale è prevista appunto la discussione del Dap precedentemente illustrato dall'assessore Fabrizio Bracco (http://bit.ly/1BSsyRC).

IL NO AL DAP DELLA GIUNTA. Damiano Stufara spiega il proprio no al Documento redatto dall'Esecutivo partendo dalla situazione contingente: “Una legislatura segnata da straordinarie criticità economiche e da una riarticolazione neocentralistica delle istituzioni volge a conclusione e tra pochi mesi la popolazione umbra sceglierà una nuova classe dirigente regionale, che dovrà far fronte a nuove incertezze e emergenze.

In questo senso, l'azione di governo nella nostra Regione si è rivelata priva di una strategia organica d'intervento sui fattori di debolezza del sistema socio-produttivo regionale: per anni si è inseguita la prospettiva di un'imminente ripresa economica a cui agganciare la crescita dell'Umbria, errata sotto tutti i punti di vista e produttrice di pesanti ritardi nell'azione di sostegno alla domanda interna, il cui drammatico calo è l'espressione diretta del grado di sofferenza maturato in questi anni dalle famiglie umbre in termini di perdita di reddito, di potere d'acquisto, di qualità della vita.

Sono inoltre mancati provvedimenti specifici per la riqualificazione dei settori a più basso valore aggiunto, dai quali dipende invece gran parte dell'occupazione e del reddito prodotto. La questione centrale riguarda l'affermazione di una proposta complessiva di intervento di natura economica, sociale e politico-istituzionale, che si faccia portatrice di una nuova idea dell'Umbria, rispondente alle esigenze ed alle aspettative della popolazione piuttosto che agli obiettivi di riduzione della spesa pubblica. Per questo ogni ipotesi di proposta programmatica deve necessariamente basarsi sul recupero di un rapporto con il Governo nazionale basato sui principi di autorevolezza e di autonomia dell'ente Regione, a tutela anche del sistema delle autonomie locali.

La Regione Umbria deve svolgere un ruolo di opposizione al processo di riforma neoliberista, con l'obiettivo di porre fine ai tagli operati in questi anni ai danni degli enti locali, che hanno nel patto di stabilità interno il principale fattore di compromissione del sistema pubblico di servizi. Deve contrastare la restrizione degli spazi di democrazia, convalidata dalle proposte di riforma costituzionale. È necessario costruire un fronte comune per un 'patto contro il patto di stabilità', capace di coniugare la rivendicazione delle necessarie garanzie di autonomia finanziaria con la difesa della democrazia partecipativa, del carattere pubblico dei beni comuni, del primato dell'interesse collettivo su quello privato”.

I 10 PUNTI DELLA PIATTAFORMA PROGRAMMATICA ALTERNATIVA

Per il capogruppo di Rifondazione comunista servono proposte “in grado di produrre un modello di sviluppo autonomo e sostenibile nel tempo, capace di operare un intervento attivo di contrasto della crisi economica, a partire dalle maggiori vertenze industriali del territorio, di finalizzare l'uso delle risorse comunitarie alla piena e buona occupazione, alla conversione ecologica ed al sostegno alla domanda interna, di definire un sistema di governo del territorio incentrato sul controllo pubblico dei servizi, sulla partecipazione della popolazione e sull'uso efficiente e trasparente delle risorse.

#INTERVENTO PUBBLICO SULLE CRISI INDUSTRIALI. AREA DI TERNI-NARNI: riconoscimento dello stato di crisi complessa. EX MERLONI: revisione ed attuazione dell'accordo di programma. CONTRASTO DELLE DELOCALIZZAZIONI E DELLE DISMISSIONI PRODUTTIVE, attraverso nuove normative. RILANCIO SIDERURGIA TERNI: acquisizione diretta delle acciaierie da parte dello Stato per mezzo del Fondo strategico italiano; ripristino di un modello di controllo pubblico della fabbrica. CASSA INTEGRAZIONE: rafforzare l'azione nei confronti del Governo per garantire la tempestività degli stanziamenti, anticipando anche risorse proprie.

#PIANO REGIONALE PER IL LAVORO. Necessaria una programmazione unitaria delle azioni per la riqualificazione delle produzioni, per l'innovazione d'impresa, per le politiche di formazione permanente, finalizzata all'occupazione stabile. PIANO REGIONALE PER IL LAVORO: piena e buona occupazione; conversione ecologica dell'economia; vincolare l'accesso ai finanziamenti pubblici alle imprese alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro. CREDITO: riforma delle agenzie regionali per lo sviluppo e per l'accesso al credito, superando assistenzialismo e frammentazione degli interventi. CENTRI PER L'IMPIEGO: definizione di un quadro stabile di funzioni, competenze e risorse.

#IMPIEGO A FINI SOCIO-OCCUPAZIONALI DEI BENI AGRO-FORESTALI. Recupero e pieno utilizzo dei terreni; riduzione delle imprese del settore e dei coltivatori diretti e della concentrazione delle proprietà; piena attuazione alla legge regionale '3/2014' attraverso l'adozione dei relativi regolamenti attuativi; revoca dei processi di alienazione dei beni agro-forestali suscettibili di impiego produttivo da parte della popolazione, anche al fine di salvaguardare e regolamentare le esperienze agricole sorte in questi anni.

#URBANISTICA, COMMERCIO E ARTIGIANATO. Le politiche urbanistiche della Regione hanno favorito processi di concentrazione delle attività commerciali, in funzione di pochi, grandi operatori a scapito dei piccoli esercenti. Il nuovo TESTO UNICO DELL'URBANISTICA offre l'occasione per promuovere un nuovo approccio alla pianificazione dello sviluppo del territorio: contrasto del consumo del suolo, prevenzione del dissesto idro-geologico; salvaguardia del patrimonio socio-ambientale; tutela e valorizzazione dei centri storici quali centri commerciali naturali, anche ai fini della promozione del comparto turistico. CERTIFICAZIONE ETICO-SOLIDALE DEI PRODUTTORI E DEGLI ESERCENTI: commercializzazione di prodotti di filiera regionale; sostenibilità ambientale delle attività economiche e sulla qualità dell'impiego della forza lavoro. ORARI E APERTURE NEI GIORNI FESTIVI: no alla liberalizzazione; restituire agli enti regionali la possibilità di regolazione.

#POLITICHE DI RISANAMENTO AMBIENTALE E CONVERSIONE ECOLOGICA ECONOMIA. FONTI RINNOVABILI: revisione della normativa regionale, con obbligo di approvvigionamento su base locale; incentivi per l'applicazione ecosostenibile, in particolare rispetto alla gestione ed al trattamento dei reflui zootecnici. CICLO DEI RIFIUTI: radicale inversione di tendenza: le integrazioni al Piano regionale di gestione dei rifiuti recentemente approvate, con le quali si è inteso promuovere nel territorio regionale la produzione di CSS, vanno integralmente sostituite con la promozione del massimo recupero di materia prima seconda dai rifiuti e l'adozione della strategia “Rifiuti Zero”. AREA TERNI: prevedere il superamento di ogni forma di incenerimento e aprire una nuova fase di confronto con il Governo nazionale per l'attuazione del programma di bonifica del SIN di Terni-Papigno. PROTOCOLLO DI LEGALITÀ per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore delle energie rinnovabili e dei rifiuti.

#POLITICHE DI WELFARE, REDDITO SOCIALE E DIRITTO ALLO STUDIO. Rendere pienamente effettivo il DIRITTO ALLA CASA; impedire la perdita dell'abitazione in caso di sfratto per morosità e contrastare gli affitti a nero. Superare la logica dei bandi rivolti principalmente al ceto medio ed intervenire sul patrimonio edilizio disponibile per aumentare l'offerta di alloggi sociali. Introdurre il REDDITO SOCIALE, impiegando in via sperimentale le risorse residue del FSE e del FSC del ciclo 2007-2013. Rafforzare l'iniziativa istituzionale nei confronti del Governo per la STABILIZZAZIONE DEI DOCENTI PRECARI, rivedere la normativa regionale in materia di diritto allo studio e di politiche giovanili.

#POLITICHE PER LA MOBILITÀ. Valorizzare il nuovo Piano regionale dei Trasporti per promuovere l'intermodalità e il biglietto unico regionale. Contrastare il progetto di trasformazione della E45 IN AUTOSTRADA.

#SANITÀ. Predisporre un NUOVO PIANO SANITARIO regionale, superare i ritardi nel programma di riqualificazione infrastrutturale della rete ospedaliera (nuovo Ospedale di Narni-Amelia e interventi nell'area del Trasimeno-Pievese). Recepire la proposta di legge di iniziativa popolare che mira a dotare i distretti della necessaria autonomia e di risorse certe. Dare completa attuazione alla legge per la somministrazione di FARMACI CANNABINOIDI.

#POLITICHE FISCALI. Rivedere il PATTO DI STABILITÀ e costituire un fronte contro i tagli alla spesa pubblica per le funzioni essenziali per il governo del territorio. Operare una più forte politica di REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA dall'alto verso il basso attraverso la fiscalità regionale. Conseguire un extra-gettito da destinare finanziamento di un FONDO ANTICRISI in favore delle famiglie in condizioni di povertà. Promuovere una proposta di legge nazionale per l'ABOLIZIONE DEI CONSORZI DI BONIFICA. Rivedere i CANONI AMBIENTALI per l'utilizzo delle risorse idriche per la produzione di energia elettrica. Uniformare i canoni ambientali della Regione Umbria per acque minerali e materiali di cava.

#RIFORMA ENDOREGIONALE E PUBBLICO IMPIEGO. Completare la liquidazione delle COMUNITÀ MONTANE. Superare l'incertezza normativa, amministrativa e finanziaria legata alla riforma delle Province. Agire per il ripristino delle risorse necessarie alle PROVINCE e definire tempi e modalità certi per il ricollocamento di tutti i lavoratori dell'ente. Bloccare per tutto il 2015 l'erogazione dei PREMI PER I DIRIGENTI PUBBLICI, definendo nuovi criteri di assegnazione degli obiettivi. Sventare l'ipotesi di creazione delle macroregioni costruendo una alternativa alla centralizzazione di poteri e funzioni”.

Condividi