Daniele Paolucci (Sinistra per Perugia): Difendere il diritto alla casa

PERUGIA - Anche a Perugia gli effetti dell’ “emergenza abitativa“ sono pesanti e vanno acquisendo carattere strutturale. Nella nostra città più che in altri territori dell’Umbria il combinarsi della crisi economica, l’aumento della povertà, la carenza di alloggi pubblici, mettono in forte discussione la salvaguardia del diritto alla casa, per migliaia di famiglie.
Negli ultimi anni, l’aumento della domanda ha fatto lievitare i prezzi di affitto, tanto che ad una famiglia con un reddito di circa 22.000 euro annui e che vive in una zona semicentrale di Perugia l’affitto grava per circa il 47% del reddito.
Una cifra insopportabile, per tante famiglie, e soprattutto per le famiglie operaie. Conseguentemente le famiglie in affitto si sono impoverite, tanto che ormai , nove sfratti su dieci avvengono per morosità, in una città dove sono migliaia i vani abitativi sfitti o invenduti, abbiamo troppe famiglie senza un alloggio adeguato o in nero.
A Perugia le domande ed i bisogni più forti, e con minore possibilità di accedere all’abitazione e attraverso il regime di affitto a libero mercato, e a maggior ragione alla proprietà, sono: lavoratori dipendenti, giovani, anziani, immigrati, disoccupati, cassaintegrati, precari.
Tutti soggetti che richiedono alloggi pubblici a “canone sociale”, ed a causa del lavoro ad intermittenza e della relativa incostanza dei flussi di reddito, non domandano sul mercato alloggi di proprietà.
Il nuovo piano casa del Ministro Lupi, va in direzione opposta alla risoluzioni di questa crisi. Spacciandolo per un decreto a carattere sociale, ci si nasconde dietro la retorica e la demagogia dell’aiuto ai meno abbienti. A ben guardare, invece, il nuovo piano casa taglia sul fondo sociale per gli affitti (meno di 40 milioni in media annui contro 600 miliardi l’anno, c’erano le lire, ovvero più di 300 milioni di euro l’anno di 15 anni fa) e dismette il patrimonio pubblico. Si dice che aumenteranno le case popolari? E’ il contrario della verità. L’articolo 3 del decreto prevede una delega al governo per varare un decreto che, anche in deroga alle leggi vigenti di tutela degli assegnatari, acceleri il processo di dismissione del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica.
In un paese di “case senza gente e gente senza casa”, occorrono più alloggi pubblici, in Italia e a Perugia. Da noi solo il 4% dell’intero patrimonio abitativo è costituito da alloggi pubblici contro il 20% della Francia o il 40% dell’Olanda.
E’ quindi fondamentale e urgente anche a Perugia un nuovo impegno politico per affrontare l’emergenza abitativa strutturale, che fa sentire i suoi effetti sociali, molto pesanti, specialmente sulle classi sociali più deboli, e più colpite dalla crisi economica.
Un impegno politico del Comune di Perugia, che assieme agli altri comuni umbri e alla Regione, ponga al governo centrale, la questione abitativa e l’apertura di una “vertenza casa Perugia”, per reperire nuove risorse e realizzare nuovi progetti.

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