Si sono svolti nei giorni scorsi presso le sedi Confapi di Perugia e Terni due incontri sui rapporti che connettono l’attività d’impresa al perseguimento del Bene Comune. “Costruire e trasferire una cultura del Bene Comune - commenta Gabriele Chiocci, Presidente di Confapi Umbria - significa innanzitutto promuovere una migliore qualità delle relazioni tra i vari soggetti del territorio, guardando al futuro che vogliamo per la nostra regione. Riteniamo che su questo tema di fortissima attualità - la costruzione del Bene Comune in Umbria - sia destinata a focalizzarsi l'attenzione non solo dei principali attori socio-economici e politico-istituzionali del territorio ma anche di tutti quei cittadini responsabili che aspirano a un futuro improntato alla qualità dello sviluppo”.

Tali iniziative, alle quali hanno partecipato i proff. Pierluigi Grasselli e Alessandro Montrone dell’Università di Perugia, hanno dato seguito a una serie di appuntamenti svoltisi, a partire dalla scorsa estate, nell’ambito della Facoltà di Economia dell’Ateneo perugino. Al centro degli incontri promossi da Confapi Umbria l’opinione che l’impresa, e in particolare la piccola e media impresa, dia un contributo essenziale al Bene Comune e al “buon vivere insieme” del territorio.

“Riesce a ciò - ha sottolineato il Prof. Grasselli nel corso dei suoi interventi - in quanto esprime in sintesi e al meglio i valori, le conoscenze e le tradizioni del buon vivere insieme, traducendoli concretamente in un prodotto che sa far apprezzare anche al di fuori del territorio in cui opera. Una conferma di questa centralità dell’impresa rispetto a una situazione di Bene Comune e quindi di vita buona di ciascuno, ci viene suggerita passando in rassegna i problemi economico-sociali, di produzione, occupazione, protezione ambientale e welfare della nostra regione".

Per assicurare il suo contributo a tutto questo, l’impresa, che, per parte sua deve impegnarsi sul fronte della legalità e della trasparenza, ha bisogno del concorso serio, e quindi del sostegno migliore possibile, degli altri attori che collaborano alla vita buona: scuola, sindacato, banche e pubblica amministrazione in primis. Il Bene Comune, infatti, è un bene relazionale: si ottiene con il concorso di tutti e, una volta ottenuto, può ricadere a beneficio di tutti. Si genera così una rete complessa di dipendenze, responsabilità, e aspettative reciproche, anche nella direzione di favorire il coinvolgimento di attori esterni al territorio.

“Pensiamo in particolare - ha sottolineato Mario Brustenga, Presidente di Confapi Perugia - all’importanza, per la piccola e media impresa, di cooperare con altre aziende per il perseguimento di obiettivi condivisi. Ma non solo. Una frase che mi sta particolarmente a cuore dice: cresci tu, cresco io, cresciamo tutti. Ed è molto più di uno slogan, così come il bene comune va ben oltre il tema della responsabilità sociale. E’ un nuovo modo di fare impresa che però richiede il sostegno di tutti noi, a partire dalle associazioni datoriali”.

“L’impresa - ha commentato Renzo Sernesi, Vice-Presidente di Apifidi Umbria - ha bisogno di attenzione sincera ai propri progetti, con riguardo anche alla loro qualità e tenendo conto delle molteplici possibili ripercussioni positive sulla buona vita dei residenti. Sotto questo profilo s’impone un ripensamento profondo dei rapporti reciproci tra imprese, da un lato, e gli altri attori della scena economico-sociale, dall’altro, in particolare gli istituti di credito e la Pubblica Amministrazione”. Da entrambi gli incontri è emersa la necessità di accrescere la consapevolezza, sia dell’opinione pubblica che degli stessi imprenditori, sulla centralità dell’impresa e sull’importanza dell’intreccio di impegni e responsabilità a fondamento della costruzione del Bene Comune.

“La diffusione di un orientamento al Bene Comune - ha aggiunto il prof. Grasselli - può favorire, oltre che il superamento dell’attuale, insopportabile situazione di divisione, frammentazione e confusione, la propensione di singoli e gruppi al lavoro di squadra, essenziale per affrontare le grandi sfide del nostro tempo. L’impresa può tanto meglio avere successo e contestualmente dare un contributo essenziale alla costruzione del Bene Comune del territorio quanto più, ponendo attenzione ai meriti e alle necessità dei portatori di interesse nei suoi confronti, rappresenta a sua volta una situazione di bene comune per costoro, e costruisce al contempo un’immagine e una reputazione positive di sé”.

Su questi temi un numeroso gruppo di docenti universitari, esperti e operatori ha prodotto una serie di contributi che stanno per essere pubblicati in un volume promosso da Confapi Umbria, con il sostegno finanziario dalla Banca Popolare di Spoleto, e curato dal prof. Pierluigi Grasselli. Tra i temi trattati nella prospettiva del bene comune, quelli del credito, delle reti di imprese, dei collegamenti con il territorio, della valutazione delle risorse umane, delle relazioni imprese-consumatori, delle relazioni industriali, delle politiche a favore delle imprese, della conciliazione vita-lavoro e dei comportamenti delle imprese a favore dell’ambiente.

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