La Commissione Controllo e Garanzia ha aperto questa mattina la discussione sulla nota presentata dal comitato per la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini (ex no-maxistalla) su: “controllo e vigilanza sulle ex Ipab – ricorso al Tar Umbria contro l’autorizzazione al progetto dell’ente Opere pie Riunite di Perugia”.

I rappresentanti del Comitato (la Presidente Minestrini, l’Avv. Barelli ed il consigliere Piccinini), presenti all’incontro, nell’illustrare il contenuto della nota hanno riferito che il motivo specifico del ricorso al Tar ha riguardato la mancata verifica da parte del Comune, nell’ambito dell’iter autorizzatorio, della compatibilità tra la funzione istituzionale e lo scopo statutario delle Opere Pie Riunite, nonchè la realizzazione dell’impianto che costituisce attività di natura imprenditoriale ed industriale.

Il Comitato ha precisato che l’ente Opere Pie Riunite è persona giuridica di diritto pubblico, che persegue fini assistenziali e culturali collegati alla comunità cittadina (art. 3 Statuto).

In questo quadro l’ente si propone di mantenere e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale ereditato dalle Ipab, dalla cui fusione è nato.

I fini dell’ente sono, in dettaglio: 1) il ricovero, il mantenimento e l’educazione di bambini e fanciulli orfani ed abbandonati; 2) il ricovero, il mantenimento e l’educazione di bambini e giovani bisognosi; 3) il ricovero, l’istruzione e l’educazione di giovani povere ed orfane; 4) il ricovero, l’istruzione e l’educazione di giovani bisognose; 5) il ricovero di nubili adulte e bisognose con il fine di consentire loro di lavorare in comunità e di mantenersi con il provento delle loro attività.

Nell’art. 4 dello Statuto, poi, si stabilisce che “l’Ente attua gli scopi con le rendite del suo patrimonio mobiliare ed immobiliare, con contributi di persone fisiche e giuridiche pubbliche e private e con i proventi delle sue attività”.

Per tali ragioni gli istanti hanno sollevato riserve sulla compatibilità della richiesta di autorizzazione da parte di Opere Pie Riunite con la funzione istituzionale e con lo scopo statutario dell’Ente, il quale, peraltro, sembrerebbe non svolgere più alcuna attività di assistenza pubblica.

In conseguenza di ciò, il Comitato ha invitato il Comune a valutare la necessità di effettuare sulla vicenda gli opportuni controlli.

Sul tema in oggetto Sbrenna ha sottolineato che la Commissione dovrebbe promuovere un’audizione dei rappresentanti del Comune in seno alle Opere Pie per verificare i passaggi dell’iter e le conclusioni cui l’Ente è pervenuto, onde valutare la coerenza delle scelte operate. Peraltro, secondo Sbrenna, questa soluzione (verifica dell’attività rispetto agli statuti) potrebbe essere svolta anche con riferimento ad altre partecipate, ecc.

Nel concordare con la proposta di Sbrenna, Neri ha precisato che la Commissione dovrebbe esercitare un’attività di verifica circa la rispondenza delle iniziative svolte da Opere Pie rispetto allo Statuto, ma decodificando lo stesso, perchè è chiaro che in tale documento non può essere indicato tutto e dunque bisogna fare ricorso in parte anche all’interpretazione.

Tuttavia è altresì chiaro che, se si rivelassero vere alcune notizie apparse sulla stampa, potrebbero emergere comportamenti non consoni allo statuto, su cui l’Amministrazione deve esercitare un attento controllo.

Per Pampanelli è importante capire se le opere pie seguono o meno i fini statutari.

Ciò che bisogna chiedersi, in particolare, è come sia possibile che l’Ente, con tutto il suo rilevante patrimonio, versi in una situazione di difficoltà, nonchè quale prospettiva futura il Comune voglia riservare alle opere pie.

Corrado ha riferito di aver scritto tempo fa al Presidente di opere pie chiedendo copia dei bilanci, ma ricevendo in risposta un rifiuto, in quanto l’Ente ha dichiarato di non essere soggetto al controllo dell’Amministrazione.

In relazione all’attività dell’Ente, Corrado ha espresso forti perplessità sulla vicenda relativa al terreno su cui sorgerà Ikea, permutato con un vigneto a Montefalco.

“Quest’ultimo è stato poi messo all’asta e mai utilizzato per gli scopi delle opere pie.

A conferma di un’attività meramente speculativa e non funzionale ai fini statutari”.

Per Bargelli il problema opere pie è reale e c’è la necessità di esercitare un controllo sugli atti compiuti dall’Ente.

Tuttavia, secondo la normativa, “credo che il Comune non abbia un potere ispettivo reale, ma qualcosa può comunque fare, soprattutto in termini di trasparenza, visto che l’Ente ricopre un ruolo pubblico”.

Su questi aspetti il Comune deve attivarsi perchè nel tempo sono emersi bilanci in rosso ed operazioni particolari, su cui la Commissione vuole essere informata per poter poi esprimere giudizi definitivi.

L’Assessore Pesaresi ha chiarito che le opere pie, per motivi di doverosa trasparenza, sono tenute a fornire tutti i chiarimenti necessari.

In relazione all’impianto biogas, invece, l’Assessore ha precisato che si tratta di un’opera che produrrà energia e calore per l’attività agricola specifica, attraverso fonti rinnovabili e, dunque, nel pieno rispetto dell’ambiente.

Quindi, sul punto, l’Amministrazione Comunale conferma la sua volontà rispetto al progetto, perchè compatibile con le normative nazionali e regionali.

Per il resto Pesaresi ha espresso parere positivo ad un confronto con i rappresentanti di Opere pie, purchè alla presenza della Regione, anch’essa competente in materia.

Il Presidente Perari ha puntato l’attenzione su due fronti. “Il comune ha azione di controllo su questo Ente, visto che le nomine del Cda spettano integralmente al Sindaco.

In secondo luogo si diceva che l’impianto a biomasse dovesse servire a risollevare il bilancio in rosso dell’ente; ma se le opere pie, il giorno dopo l’approvazione della pratica in Consiglio, hanno messo all’asta il terreno, è chiaro che la realizzazione dell’impianto non potrà essere realizzata da Opere Pie, a conferma di un’operazione discutibile”.

Nella prossima seduta, dunque, l’iter riprenderà con l’audizione dei rappresentanti di Opere Pie Riunite.

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