''La legge regionale 12 per la rivitalizzazione dei centri storici, seppure con un certo ritardo, ha impegnato quasi tutti i Comuni umbri. Gli approcci che abbiamo finora registrato su questa partita, anche quando volenterosi, ci sembrano pero' parziali, non risolutivi. Nella quasi totalita' dei casi, ci troviamo dunque in una situazione di stallo, per superare la quale dobbiamo tutti fare un ulteriore passo in avanti''. Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio della provincia di Perugia, spiega cosi' le ragioni dell'incontro sui centri storici svoltosi nella sede della organizzazione a Perugia, al quale hanno preso parte, tra gli altri, rappresentanti della Regione e dell'Anci. All'incontro ha portato il suo contributo anche Angelo Patrizio, responsabile del Settore Urbanistica e Progettazione Urbana della Confcommercio Nazionale, che ha seguito progetti di rivitalizzazione di numerosi centri storici in Italia, con caratteristiche paragonabili a quelli umbri. ''Confcommercio - ha aggiunto Mencaroni - e' disponibile a mettere a disposizione degli amministratori locali le proprie competenze professionali gia' testate con successo altrove. L'importante e' mettere mano finalmente alla vera progettazione integrata auspicata dalla legge regionale, che la nostra organizzazione ha strenuamente sostenuto. Quasi tutti i Comuni umbri sopra i 10 mila abitanti hanno redatto quanto meno in via preliminare i Quadri Strategici di Valorizzazione; alcuni di questi si sono mossi bene hanno sentito i soggetti direttamente coinvolti, hanno costituito una cabina di regia. Ma nella maggior parte dei casi ci si e' limitati a una enunciazione degli interventi strutturali necessari e degli eventi, trascurando di affrontare i nodi centrali, che sono quelli del recupero delle funzioni e della residenzialita', anche attraverso iniziative di incentivazione''. Per Mencaroni ''la riflessione su questi temi e la progettazione degli interventi di rivitalizzazione dei centri storici vanno portati ad un livello piu' profondo; necessitano anche di un cambiamento nel metodo di lavoro, che presuppone una cucitura fitta di ruoli e competenze. Sappiamo che i Comuni hanno sempre meno risorse e che questi processi possono avere tempi lunghi, ben oltre la singola legislatura. Ma sappiamo anche che in alcuni passaggi, dove ad esempio si tratta di lavorare essenzialmente sulla integrazione delle attivita' e delle iniziative, il salto di qualita' puo' essere fatto anche a costo zero. Occorre volerlo''.

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